IL CINQUANTENARIO DELLO SPUTNIK ED IL FUTURO DELL'ESPLORAZIONE
SPAZIALE
di Luca Scantamburlo
RASSEGNA
La stampa italiana specializzata in divulgazione scientifica
festeggia il cinquantenario del celebre Sputnik 1, primo satellite
artificiale ad essere messo in orbita dall?uomo (4 ottobre 1957).
Una grande conquista spaziale, il cui merito va agli scienziati ed
al Governo Sovietico di allora, che contribuirono a stimolare gli
Americani nella conquista dei cieli.
Le
Scienze del mese di ottobre (nr. 470) presenta un ricco
dossier sul ?futuro dell?esplorazione spaziale?, introdotto da un
brillante articolo a firma del prof. Giovanni Fabrizio Bignami
(Presidente dell?ASI).
Oltre a rievocare i passi della conquista spaziale ed a
gettare uno sguardo sulle possibili future tappe nell?esplorazione
del Sistema Solare, il noto mensile che è l?edizione italiana di Scientific American presenta un
servizio su ?Constellation?,
il nuovo programma spaziale americano che prevede entro pochi anni
il ritorno di un equipaggio umano sulla Luna, avente lo scopo di
gettare le basi per una stazione lunare permanente.
Lo scritto riccamente illustrato ? intitolato Verso
la Luna e oltre, pagg.54-60 - è a firma di Charles Dingell,
William A. Johns e Julie Kramer White. Significativa poi
l?espressione usata da Michael Griffin (amministratore capo della
NASA) per designare la nuova avventura spaziale a stelle e strisce:
<<l?Apollo con un?iniezione
di steroidi>> (pag. 55, ibidem).
Newton Multimedia presenta in edicola lo speciale nr. 4 di Newton,
interamente dedicato a 50 anni di conquista spaziale ed alle
prospettive future. Il periodico bimestrale, con in copertina una
suggestiva foto dell?astronauta Ed White durante la missione Gemini
4 (giugno 1965), consta di 146 pagine a colori suddivise in
capitoli: Le origini; L?uomo nello spazio; La Luna; Razzi e navi
spaziali; I satelliti e le sonde; Le stazioni spaziali; Il futuro.
Uno speciale davvero ricchissimo, non solo di testi
storico-tecnici e foto di repertorio, ma anche un?occasione per
conoscere piccoli aneddoti della conquista spaziale: si ricorda per
esempio il progetto militare Horizon
dello U.S. Army (L?US Army voleva la Luna tutta per sé, pag. 64), un
segreto progetto dell?Esercito americano (1959) per la costruzione
di un avamposto lunare in grado di ospitare 10-20 soldati. Il box a
due colonne pubblicato da Newton
presenta anche una foto del compianto Colonnello Philip
J. Corso, insieme al suo superiore: il Generale Arthur
G. Trudeau.
BREVE COMMENTO AI DUE PERIODICI
Curioso il fatto che il nuovo programma della NASA per inviare un
equipaggio sulla Luna si chiami proprio ?Constellation?, un nome in
cui mi sono imbattuto il maggio scorso in un altro contesto;
controverso, inquinato da inganni e contraddizioni, ma pur sempre
attinente lo Spazio e l?astronautica (resta la possibilità che si
tratti di una mera coincidenza).
Riguardo allo studio del Progetto
Horizon di cui parla Newton
- i cui documenti ?secret? di 234 pagine mi risulta furono
declassificati negli anni ?70 - mi permetto di spendere due parole
sul colonnello americano agli ordini del Generale Trudeau il quale,
come è giustamente ricordato nel pezzo, fu colui che impartì la
direttiva per lo studio citato.
Dopo la morte di Trudeau, l?ex ufficiale statunitense in
congedo Philip J. Corso scrisse, alla fine degli anni ?90, uno
sconcertante libro di memorie in collaborazione con William Birnes;
un libro in cui si rivela come gli Stati Uniti ed il mondo intero
abbiamo in realtà segretamente beneficiato degli studi di
retroingegneria effettuati su diversi scafi alieni precipitati alla
fine degli anni?40 nel Nuovo Messico (The
Day After Roswell, Pocket Books ? Simon& Schuster Inc.,
1997, edito in Italia con il titolo Il
Giorno dopo Roswell, Futuro Ediz., 1998, Roma).
Negli anni ?60 Corso fu responsabile dell?Ufficio Tecnologie
Straniere al Dipartimento Ricerca e Sviluppo dell?Esercito. Alcuni
anni fa la lettura del suo libro scosse addirittura un ex ministro:
Paul Hellyer, a capo della
Difesa canadese durante gli anni ?60. Egli ne rimase così
impressionato da chiedere conferme ad un amico, un ufficiale
Generale che ha chiesto l?anonimato: quest?ultimo gli ha assicurato
la veridicità delle affermazioni contenute nel testo. Hellyer ha
così iniziato una serie di conferenze in tutto il mondo per
sensibilizzare l?opinione pubblica sui temi dell?esopolitica, e per
spingere i Governi a rendere pubbliche le tecnologie extraterrestri
che, a suo dire, ci potrebbero salvare dalla crisi energetica (vedi
Cronache del marzo 2007, sito del Corriere della Sera).
Altro fatto ricordato dallo speciale di Newton
è il contributo dato dai primi astronauti: tutti piloti collaudatori
aeronautici statunitensi. Da un successivo gruppo di piloti uscirono
poi in seguito <<altri
astronauti, molti dei quali destinati a grandi imprese come Fred
Haise (Apollo-13) e Neil Armstrong che nel 1969 sarà il primo uomo
a mettere piede sulla Luna. Prima di essere selezionato dalla
NASA, Armstrong ha volato su aerei sperimentali dal 1955 al 1962
collezionando oltre cento missioni, di cui sette con l?X-15>>
pag. 28, Newton, ibidem.
Già, decenni addietro diversi astronauti americani erano
piloti di test di volo selezionati appositamente per viaggiare nello
Spazio; una politica opposta a quella sovietica, che non chiedeva
necessariamente ai suoi cosmonauti lo statuto di pilota.
© Luca Scantamburlo
9 ottobre 2007

NOTA
Il defunto colonnello statunitense Philip Corso nel suo
memoriale Il Giorno dopo
Roswell parla in particolare di un solo scafo alieno
precipitato nei pressi di Roswell (Nuovo Messico) nel 1947, sui
cui resti gli Stati Uniti avrebbero condotto studi di
retroingegneria, dal 1947 in poi. I primi anni '60 sono quelli a
cui egli fa riferimento in quanto testimone-protagonista
dell'avvio di tali studi nell'ambito dell'Esercito (U.S. Army).
Tuttavia lavori di retroingegneria sembrano essere iniziati già
alla fine degli anni'40, poiché i resti del mezzo furono divisi ed
assegnati ai vari Dipartimenti delle Forze Armate americane. Lo
stesso Corso lo indica nel suo libro, discutendo anche di altri
mezzi aerospaziali non identificati abbattuti o caduti sulla Terra
nei decenni successivi al crash di Roswell.
Inoltre, ulteriori testimonianze e riscontri fanno
riferimento a più scafi alieni (e non ad uno soltanto) che
sarebbero precipitati nel Nuovo Messico alla fine degli anni'40.
© L. Scantamburlo
21 Ottobre 2007
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