La pagina 35 dello
studio dell'Esercito Americano
- intitolato "Project Horizon"
-
per la costruzione di un avamposto militare sulla Luna.
A pagina 35
si propone il Brasile come
ideale
luogo di lancio spaziale
in zona equatoriale.
Proprio il Brasile sarebbe stato - secondo la mia fonte
che mi ha messo al corrente del presunto "Project Redsun" - il
luogo di lancio delle pretese 13 missioni spaziali congiunte
USA-URSS,
negli anni'70,
che avrebbero lanciato verso Marte astronavi con equipaggio,
per la costruzione di
una segreta base permanente
sul Pianeta rosso.
Fonte: Project Horizon A U.S Army Study for the
Establishment of a Lunar Military Outpost
8 June 1959
Documento declassificato (inzialmente
con la dicitura "Secret")
dopo 12 anni.
Testo e commento didascalia
di L. Scantamburlo
Pagina 127 del documento Testing
Lifting Bodies at Edwards
Il Brasile era stato
pensato come possibile luogo di atterraggio dello spazioplano X-20
- dopo un volo di test suborbitale - del Programma Dyna Soar (U.S.
Air Force),
poi cancellato nel 1963.
Ancora una volta
il territorio del Brasile ed il suo Stato - citato dalla mia
fonte che mi ha passato le informazioni sul presunto Progetto "
Redsun" -
sembrano protagonisti di accordi
con il Governo americano
per quanto riguarda la
cooperazione in ambito spaziale, accordi risalenti probabilmente
agli anni'50 e '60 del secolo scorso.
Fonte documento: Testing Lifting Bodies at
Edwards
by Robert G. Hoey
A PAT Projects Inc.
Publication
Settembre 1994
A Not-for Profit Corporation
Testo e commento didascalia
di L. Scantamburlo
La copertina del nr. 2 del bimestrale The Planetary Report
della The Planetary Society,
marzo - aprile 2011
in cui il prof. John M. Logsdon
ricorda che secondo i suoi ultimi studi, un'importante realtà era
sfuggita agli storici della conquista spaziale:
alla fine della sua vita
il Presidente americano Kennedy spinse perché Stati Uniti ed
Unione Sovietica cooperassero per progetti spaziali congiunti.
PROGETTO REDSUN: ALDRIN ED ARMSTRONG
SU MARTE NEL 1970?
PROGETTO REDSUN:
FALSI, DEPISTAGGI E SOTTILI INDIZI DI UNA REALTÀ OCCULTA
IL CONTESTO OSCILLA FRA DEPISTAGGI, INGANNI FOTOGRAFICI E SOTTILI
INDIZI
DI UNA STORIA SEGRETA DELLA CONQUISTA SPAZIALE
L'acuta giornalista Sabrina
Pieragostini - caporedattore di Mediaset ad Italia 1 ove
conduce e cura servizi per il telegiornale Studio
Aperto, nonché autrice del blog Extremamente
- mi ha messo al corrente che ha individuato a pochi giorni di
distanza dalla messa in onda del servizio televisivo di italia 1 sul
"Progetto Redsun" (2 agosto
2011, Italia 1, Tabloid),
le stesse immagini presentate al pubblico televisivo, e da me
fornite alla rubrica di Tabloid
(Extremamente) sulla scorta
di una gola profonda che mi contattò nell'estate 2010. E tali
medesime immagini, sono inserite in Rete in un contesto
apparentemente risalente al 2005, e di palese computer grafica ed
elaborazione artistica.
L'autore delle immagini - fra di esse vi è la stessa
sequenza di presunti fermi immagine fotografati dalla mia fonte o da
altri, ed indirizzati alla mia persona - è un certo Scott
Wenger, e su tali immagini vi è un Copyright risalente
all'anno 2005. Si tratta a mio avviso di una galleria di immagini costruite con ausilio di software di
grafica, a scopo ludico-artistico o didattico, per
documentare quelle che potrebbero essere future e fantascientiche
passeggiate marziane. Di primo acchito, pare questa la realtà.
Dunque anche le immagini in mio possesso e divulgate lo
sarebbero?
A questo punto è facile saltare subito alla conclusione:
sembra che le immagini discusse non siano inedite, e non ritraggano
alcun reale e storico astronauta sul suolo marziano, protagonista di
fantomatiche missioni segrete risalenti agli anni '70. Sarebbero
dunque dei falsi. Io, peraltro, mesi addietro avevo già messo le
mani avanti ipotizzando che la storia da me presentata andava
presa con le pinze, che vi potevano essere solo alcuni fondamenti di
verità in essa, e che io non potevo stabilire la provenienza delle
immagini in mio possesso in quanto - come facevo capire dalle parole
del mio comunicato rilasciato ad aprile 2011 - le fonti che
passano informazioni scottanti si muovono sovente in un ambiente
inquinato e scivoloso:
<<[...] l'insidia è sempre
presente nel campo della ricerca di frontiera e non è
facile comprendere motivazioni ed appurare la credibilità di
soggetti che sembrano animati da buone intenzioni, ma che in
realtà puntano al discredito [...] non so se la storia
raccontatami sia autentica (in toto o solo in parte), né posso
stabilire la provenienza delle immagini in mio possesso >>
fonte: comunicato-testimonianza
di Luca Scantamburlo, 17 aprile 2011,
www.angelismarriti.it
Si veda sotto il comunicato da me diffuso a primavera 2011 e ripreso
in Rete da diversi siti, (files immagini qui a fondo pagina) e si leggano gli
aggiornamenti ed i pregressi scritti a firma di Sabrina Piegagostini
e postati sul blog Extremamente,
prima della scoperta in Rete della giornalista italiana:
SOLO UNA COLOSSALE BURLA CREATA COME DIVERTIMENTO, OPPURE IDEATA
PER GETTARE DISCREDITO?
Dunque la storia del "Progetto Solerosso" (Project
Redsun) - per costruire segretamente avamposti su Marte ad
opera di Americani e Sovietici - sarebbe soltanto una colossale
burla? La possibilità esiste naturalmente, è doveroso sottolinearlo
ed è lecito per il pubblico pensarlo. Ma l'insieme delle
informazioni circostanziate che mi sono state fornite dal mio
informatore (chiunque egli sia), il contesto da egli delineato, e le
sue riflessioni sulla farsa di Apollo 11 (molti lo pensano ed a
ragione, ma non implica che gli Americani non abbiano messo piede
sulla Luna precedentemente), suggeriscono chiavi di lettura più
complesse che puntano alla reale possibilità che Stati Uniti ed
Unione Sovietica abbiano collaborato insieme non solo per
l'esplorazione della faccia nascosta della Luna (vedi le mie passate
interviste con alcuni insiders), ma anche per una conquista del
pianeta Marte a scopi di colonizzazione.
Cosa già ventilata decenni fa in forma di fiction televisiva,
dal docu-drama curato da Science
Report ed intitolato Alternative
3,
della Anglia
Television, Norwich, Inghilterra, anno 1977: un programma scritto da
David Ambrose, prodotto da John Rosenberg, diretto da
Christopher Miles e con musiche di Brian Eno. Alternativa 3 - nella
fiction televisiva - era un programma segretissimo in cui Stati
Uniti ed Unione Sovietica si impegnarono - costruendo segretamente
colonie su Marte - per garantire la sopravvivenza della specie
umana, a rischio sul Pianeta Terra a causa dell'effetto serra,
dell'inquinamento e di altri fattori destabilizzanti. Semplice
fiction? L'estremo realismo delle scene, e degli attori e delle
attrici, l'attualità di certe tematiche ed il rigore scientifico,
fecero pensare per molto tempo ad una sorta di passaggio di
informazioni riservate, attraverso lo schermo televisivo
d'intrattenimento.
Ma torniamo alla mia storia ed al presunto "Project Redsun": anche
ammesso che io sia stato puntato e depistato da qualcuno, resta un
interrogativo cruciale: chi si assume la responsabilità di fornire
una falsa testimonianza per iscritto (lasciando tracce di sé), false
informazioni in merito a pregresse attività riservate ad alti
livelli militari, e con il solo scopo di prendermi in giro, se poi
questa presa in giro dura mesi e non è rivendicata? Se non lo si fa
per stupido divertimento, ma lo si fa intenzionalmente per
danneggiare la figura di qualcuno che esercita il libero pensiero ed
una critica costruttiva, è evidente che i discorsi e le
considerazioni già espressi in passato di questo qualcuno sono
scomode.
Inoltre c'è un ma: le immagini e le gallerie in cui sono
poste - assieme a presunti comunicati stampa ad esse correlate -
sono saltate fuori nelle ricerche in Rete apparentemente
soltanto dopo il servizio televisivo andato in onda nella
rubrica di Tabloid, ad
inizio agosto 2011. Nei mesi precedenti, né la giornalista
televisiva delle reti Mediaset né il sottoscritto si erano imbattuti
in tali informazioni fotografiche, navigando per mesi nella vasta
Internet alla ricerca di conferme di una possibile frode.
Possibile che i principali motori di ricerca indicizzino ai
primi posti proprio ora tali gallerie d'immagini, quando si digiti
nella ricerca "men on mars", e prima invece era difficile o quasi
impossibile imbattersi in esse inserendo parole chiave attinenti a
Marte ed a uomini su Marte? Proprio ora che - poche settimane fa -
la giornalista di Studio Aperto
e della trasmissione settimanale Tabloid
ha divulgato le altre 3 foto al grande pubblico, fornitemi dalla mia
fonte, ecco che improvvisamente le complessive quattro immagini
vengono indicizzate in Rete in una galleria d'immagini
apparentemente risalente al 2005, ed addirittura commentata su
YouTube diversi anni fa. Inoltre, tali immagini fanno riferimento
anche ad un misterioso comunicato stampa di tale Scott Wenger o
relativa alla sua persona, dell'anno 2005, che poi pare di difficile
raggiungimento ed andato perso in Rete:
www.free-press-release.com/news/.../1123887007.html
- Copia cache
12 Aug 2005 Photos of men on Mars 2005. FOR IMMEDIATE RELEASE
(Free-Press-Release.com)
August 12, 2005 -- Scott Wenger's 2005 photos of men on Mars ...
http://www.free-press-release.com/404.html
Chi sarebbe questo Scott Wenger? C'è qualche relazione fra
lui ed un fotografo che porta il suo nome? O si tratta di omonimi?
Ecco il link della galleria di immagini dove si possono trovare -
dopo una breve consultazione - le stesse immagini forse
ritagliate, elaborate e fotografate, ed inviate al sottoscritto
qualora qualcuno abbia voluto depistare le mie ricerche, o
semplicemente fornirmi una falsa testimonianza per motivi
ignoti:
Se tali immagini risalgono all'anno 2005, dovrebbero essere state
ben visibili anche prima, soprattutto perché la giornalista Sabrina
Pieragostini conosceva la mia testimonianza ben prima dell'aprile
2011, quando io la divulgai nel Web diffondendo la prima presunta
foto di Aldrin su Marte insieme al mio comunicato (io e
lei ci incontrammo in Veneto, con una troupe Mediaset, nell'autunno
2010, mesi prima dei contatti presi per l'ultima intervista, poi
trasmessa parzialmente per Tabloid).
Ma nei mesi scorsi sembra che nessuno le abbia trovate e commentate,
tali immagini, e messe poi in relazione alla storia del
Progetto "Redsun", per destituirle di ogni fondamento e con esse la
storia.
Come mai solo ora queste foto sono al centro dell'attenzione?
Il tutto potrebbe essere un'abile manovra di controinformazione
organizzata da certi ambienti d'intelligence
d'oltreoceano (contrari all'acclimatazione del pubblico quando
troppo circostanziata e precisa) che non hanno visto di buon occhio
la divulgazione di questa vicenda attraverso mezzi di comunicazione
così popolari, coma una televisione nazionale.
La mia - sia chiaro - è una mera e remota ipotesi, ma
potrebbe essere plausibile che la divulgazione di questa storia
abbia potuto dare fastidio a certi ambienti Americani, e dunque
credo che a questo punto - se la storia contiene veramente alcuni
nuclei di verità, a prescindere dall'attendibilità o meno delle
immagini - sarebbe stato lecito attendersi una qualche reazione.
Ovviamente esiste la possibilità che le immagini siano
effettivamente presenti in Rete proprio dal 2005, che la mia fonte
le abbia elaborate diminuendole volutamente la qualità d'immagine,
per poi fotografarle digitalmente dopo averne occultato la nota di
Copyright relativa al 2005, e me le abbia poi inviate per posta
elettronica come allegato allo scopo di persuardermi della
attendibilità delle sue informazioni, quando invece il reale
obbiettivo era depistarmi, soprattutto per gettare discredito
conseguentemente sulle mie passate ricerche.
Esiste anche la possibilità che la mia fonte mi abbia fornito
un quadro coerente e plausibile, con informazioni veritiere,
inquinato però da documentazione fotografica falsa ed ingannevole,
secondo un modus operandi già collaudato in passato: si veda il caso
ufologico Guardian,
(1989-1991: un presunto crash di
un velivolo alieno caduto in territorio canadese, poi recuperato da
forze speciali; ed un atterraggio UFO che seguì l'incidente,
anni dopo, nell'agosto 1991, ripreso da un'anonima fonte fattasi
chiamare "Guardian").
Infatti accanto ad una misteriosa documentazione cartacea dal
tono apocalittico, con note firmate a mano ed illustate, vi era una
documentazione video il cui filmato principale ha resistito
alle analisi e si è dimostrato autentica registrazione di una
qualche anomala attività di luci al suolo, durante la notte - con
tanto di testimoni oculari, poi individuati - in Canada (nella
località di Carp, poco
distante da Ottawa,
nell'Ontario).
Il materiale fornito conteneva anche una presunta
documentazione cartacea delle Forze militari canadesi creata ad hoc
(del DND, Dipartimento della Difesa Nazionale canadese), dunque
falsa; come altrettanto falsa fu la documentazione fotografica di
presunte creature aliene umanoidi, contentute come fermi immagine in
una sequenza presente nel video spedito dalla fonte "Guardian" (la
sua celebre videocassetta). Ma il filmato canadese delle luci
notturne al suolo visibile nella videocassetta, il contenuto dei
testi della documentazione (per certi versi profetici) ed i
testimoni oculari interpellati, indicano che qualcosa di anomalo
deve essere accaduto nella zona di Carp fra il 1989 ed il 1991.
Nondimeno ora porterò all'attenzione di chi legge una serie
di elementi, indizi e documenti che sembrano proprio andare nella
direzione di una storia segreta dell'esplorazione spaziale, che
avrebbe potuto portare l'uomo ad approdare sul Pianeta Rosso in gran
segreto, ma in un ambito esclusivamente militare, e secondo le
tracce fornitemi dalla mia fonte, sulla cui figura - nel bene e nel
male - si allungano comunque sinistre ombre. Restano diversi
interrogativi aperti: chiunque sia la fonte da me indicata con
l'espressione "bravoxsierra24", conosceva molto bene non solo un
linguaggio appropriato per il profilo personale da egli fornito, ma
anche le mie ricerche, al punto da indicarmi con sicurezza - durante
i nostri contatti - tutti e tre i nomi dei membri
dell'equipaggio di Apollo 19, compreso il terzo membro su cui
ipotizzavo da tempo, senza aver avuto certezze o conferme dagli
insiders già intervistati.
PERCHÉ IL PROGETTO REDSUN
POTREBBE AVERE FONDAMENTI DI VERITÀ
La mia fonte mi ha raccontato che il celebre astronauta "Buzz"
Aldrin sarebbe stato proprio il Comandante della prima
missione segreta su Marte (denominata WPXVI) con equipaggio, una
missione risalente all'anno 1970 ed organizzata nell'ambito del
progetto da lui definito "Project Redsun". Questo dettaglio ed
altri che commenterò, potrebbero essere essenziali per la
comprensione della divulgazione.
LE SCONCERTANTI DICHIARAZIONI DI
EUGEN CERNAN (APOLLO 17): ALDRIN VORREBBE "RITORNARE" SU MARTE?
La giornalista Sabrina Pieragostini - dopo essere venuta a
conoscenza di quanto raccontatomi e di quanto portato alla mia
attenzione - si è messa alla ricerca di eventuali indizi e prove su
missioni con equipaggio condotte per raggiungere Marte in gran
segreto, e coinvolgenti Aldrin ed Armstrong: ella ha trovato e
divulgato nel corso del suo servizio per la rubrica di Tabloid
di italia 1, incredibili affermazioni pubbliche del
celebre astronauta americano di nome Eugene
Cernan, Comandante di Apollo 17 (l'ultima missione lunare
umana, del dicembre 1972) e già pilota di Gemini 9 e del modulo
lunare di Apollo 10.
Cernan negli Stati Uniti è una leggenda vivente, non solo per
le numerose onorificenze militari e civili da egli ricevute. Spesso
viene interpellato dai mass media, e durante una delle sue
esternazioni in televisione a proposito del programma spaziale
americano e del suo futuro, egli si è lasciato andare a
considerazioni su Aldrin, e sul suo desiderio di ritorno su Marte,
durante interventi televisivi in cui commentava Marte e la sua
intrigante e misteriosa luna Phobos.
Un ritorno implica una seconda visita. Soltanto un lapsus
linguae di Cernan, vecchio astronauta ed ufficiale americano da
tempo ritirato dalla NASA? Il problema è che Cernan ha ripetuto più
volte tali affermazioni, e fra tutti gli astronauti, proprio Aldrin
si è impegnato perché l'opinione pubblica americana si interessi a
Marte, e perché l'America dia una nuova direzione
politico-strategica e si ponga traguardi importanti ed ambiziosi in
ambito spaziale, come un tempo.
Parlare di "ritorno" su Marte come ha fatto Cernan - in
riferimento alla persona di Aldrin - andrebbe allora inteso
letteralmente?
LA CONFERMA DI
"MOONWALKER1966DELTA"
Anche il preteso Comandante di Apollo 19 - l'utente di YouTube
fattosi chiamare con l'appellativo di "moonwalker1966delta"
- da me intervistato anni fa ed interpellato nuovamente alcuni mesi
addietro, mi ha confermato che negli anni'70 diverse missioni
spaziali furono organizzate per raggiungere Marte: ben 13 missioni
spaziali si susseguirono per costruire una base permanente su Marte.
Lo stesso numero - 13 - mi era stato indicato in precedenza dalla
mia fonte, da me battezzata "bravoxsierra24". Inoltre, la prima
missione risalirebbe proprio al 1970, lo stesso anno indicatomi
dalla mia fonte europea. E tale prima missione avvenuta
nel 1970 ebbe fra gli astronauti protagonisti proprio
Aldrin ed Armstrong, citati dalla mia fonte. Anche il nome del
programma spaziale mi è stato confermato dal Comandante di Apollo 19
(un ex astronauta NASA, molto celebre negli Stati Uniti d'America):
proprio "Project Redsun", la stessa espressione usata dal mio
misterioso interlocutore (tutelo il suo nome e cognome da egli
rivelati, anche se non sono nella possibilità di verificarne
l'esistenza e le credenziali).
SPAGNA, ANNO 2009: BOB DEAN RIVELA
CHE "SIAMO ANDATI SU MARTE"
Altrettanto significative sono le affermazioni di Robert
O. (Bob) Dean, -
ex Sergente Maggiore dell'Esercito americano e rivelatore in campo
ufologico - il quale fu invitato come relatore all'Exopolitics
Summmit
2009, a Barcellona, organizzato a luglio 2009.
A Dean venne chiesto di commentare la notizia di base segrete
sulla Luna, durante il dibattito del simposio. Bob Dean rispose
parlando di un occulto programma spaziale, separato dalla NASA,
attivo da tempo. Dean accennò anche al cosiddetto "Black
budget" del DoD, cioè ai cosiddetti bilanci e fondi segreti
del Dipartimento della Difesa americano; egli parlò pure di lanci
spaziali segreti che sarebbero avvenuti negli ultimi 30 anni, dal
territorio americano. In particolare egli disse che:
<<Yes we are in space! Yes
we are on the Moon! And yes - God help us - we have gone to
Mars!>>
L'ultima affermazione è perentoria: siamo andati su Marte,
intendendo implicitamente che vi siamo andati con equipaggio umano.
BOB LAZAR E JOHN LEAR (1988-1989)
PARLANO DI UNA BASE SEGRETA SU MARTE
Basi su Marte: già in passato il dichiarato fisico Bob
Lazar aveva raccontato - alla fine degli anni'80 -
all'amico John Lear (ex
pilota e collaboratore della CIA) che gli Stati Uniti avrebbero non
solo una base sulla Luna, ma anche una base segreta su Marte
(testimonianza resa da John Lear in una registrazione video,
risalente agli anni '90, si veda il video-documentario Secrets
of the Black World, scritto e diretto da Michael Hesemann).
IL BRASILE COME LUOGO DI LANCIO
SPAZIALE DEL PROGETTO REDSUN: I PREGRESSI DOCUMENTI STORICI
INDICANO ACCORDI FRA USA E BRASILE IN AMBITO SPAZIALE
La mia fonte mi ha raccontato che le missioni spaziali ebbero come
siti di lancio una remota ed isolata località del Brasile.
Ebbene in proposito ho trovato nella documentazione
declassificata (prima "Secret") relativa al "Progetto Orizzonte"
dell'Esercito Americano, proprio il Brasile
come Paese fra i canditati ad ospitare siti di lancio spaziali per
raggiungere la Luna ed edificare un avamposto militare americano (si
veda il Capitolo II, Technical
Considerations & Plans, paragrafo G.
Equatorial
Launch
Site, pagina
35, fonte: <<Project
Horizon. A U.S. Army Study for the Establishment of a Lunar
Military Outpost>>).
Lo studio dell'Esercito americano sottolinea l'importanza dei
siti equatoriali per la messa in orbita, in quanto si hanno vantaggi
in termini di capacità di carico utile. Le due località sono la
Christmas Island ed il Brasile. Ma proprio il Brasile sembrava la
località predestinata, stando alle parole del documento segreto
dello U.S. Army, e declassificato dopo una dozzina di
anni:
<<[...] For the
purpose of this study it has been assumed that the Brazil site
would be used>>.
Si veda la prima immagine riprodotto in alto, nella colonna
di sinistra di questa pagina Web.
Inoltre, nei mesi precedenti ho consultato la pubblicazione Testing Lifting
Bodies at Edwards di Robert
G. Hoey - pubblicata da PAT Projects, Inc., nel
settembre 1994 - la quale riporta a pagina 127 una mappa
dell'America del Sud e della Florida nordamericana, in cui vengono
mostrate Cape Canaveral come sito di lancio, e le traiettorie di
rientro dei voli suborbitali dello spazioplano X-20 del Programma
Dyna
Soar dell'Aeronautica Militare Americana, programma poi
cancellato nel 1963 prima che venisse effettuato il primo volo di
questo aliante spaziale con ala a delta (spazio di pilotaggio per un
unico pilota).
Fra i possibili luoghi di atterraggio dell'astronave
americana della U.S. Air Force, figura una località del Brasile:
Fortaleza. Anche questo studio storico indica come evidentemente
erano in corso - od erano già stati stipulati - accordi di
cooperazione in ambito spaziale fra Stati Uniti d'America e Brasile,
e che implicavano anche mezzi militari e progetti militari.
A questo punto, chiunque sia la mia fonte del Progetto
Solerosso (Project Redsun), è evidente che conosceva bene il
contesto storico dell'epoca, qualora si pensi ad un'elabora frode.
Lo studio storico da me qui ricordato (Testing
Lifting Bodies at Edwards) è nato da un incarico della U.S
Air Force - finanziata dalla Legacy Resources Management Program
- che fu conferito alla Computer Sciences Corporation, la quale
a sua volta incaricò la PAT Projects, Inc., per produrre uno studio
generale e storico-tecnico (dal taglio narrativo) sul "Lifting
Body Program".
Qualora vi siano nuclei dei verità nella controversa
testimonianza della mia fonte (in relazione a Marte), ecco che
questi piccoli dettagli storici e tecnici da me trovati,
sembrerebbero proprio deporre a suo favore, a prescindere
dall'attendibilità delle immagini da egli fornite.
LA PRESENZA DI NEIL ARMSTRONG IN UNIONE
SOVIETICA (ED A MOSCA) NEL 1970: SCONFESSA IL TUTTO O AGGIUNGE NUOVI
INDIZI?
Giustamente alcuni miei lettori (come il ricercatore Roberto La
Paglia) mi hanno scritto - e di questo li ringrazio - portando alla
mia attenzione il fatto che Neil
Armstrong fece visita in Italia all'inizio di giugno 1970,
dunque come potrebbe aver partecipato in quell'anno ad una missione
spaziale occulta con destinazione Marte?
Ma il breve testo dell'articolo del quotidiano La
Stampa portato alla mia attenzione, dice anche che egli
atterrò in Italia dopo essere stato a Mosca
(<<A Roma l'uomo della
Luna>>, La Stampa,
venerdì 5 giugno 1970, anno 104, nr. 114).
Si dà il caso che la mia fonte abbia parlato di missioni
spaziali congiunte, USA-URSS, per il progetto Redsun. Dunque
Armstrong e Mosca ebbero contatti, in piena Guerra Fredda. Sembra
quasi - senza volerlo - che chi giustamente ha portato una critica
alle informazioni sconcertanti da me sottoposte al vaglio del
pubblico, al tempo stesso abbia portato un elemento di riflessione
notevole che punta in direzione diversa.
La cosa curiosa - secondo me - è proprio che egli neil
Armstrong fece un viaggio in Unione Sovietica, prima di giungere con
la moglie nella capitale italiana. Unione Sovietica: Paese sovrano
del Patto di Varsavia e nemico degli Stati Uniti e della NATO.
Certo, esistono le ambasciate, i rapporti internazionali, ed
un astronauta celebrato in tutto il mondo come Neil
Armstrong può essere invitato per ricevere premi all'estero, ed
il plauso anche dei suoi nemici politico-ideologici. Fatto sta
che proprio la presenza di Armstrong a Mosca prima ed in Italia poi,
nel giugno 1970, innanzi tutto non vieta che egli successivamente
sia stato impiegato (dall'autunno magari) in missioni spaziali
riservate, assieme ad Aldrin, ed utilizzando mezzi di propulsione ed
accorgimenti tecnici che potessero accorciare di alcune settimane od
alcuni mesi un lungo viaggio interplanetario verso Marte.
Ad ogni modo, a prescindere dalla ipotetica partecipazione di
Armstrong ad una missione su Marte, significativa è la sua presenza
a Mosca: secondo me, potrebbe essere proprio un elemento rivelatore
di un suo coinvolgimento ad alti livelli di un programma di
cooperazione spaziale USA-URSS cominciato ben prima del programma
ufficiale Apollo-Soyuz, poi coronato nel luglio 1975. Al di là di
spiegazioni ufficiali e cerimoniali di rito.
Infatti incontri fra astronauti e cosmonauti sovietici
avvennero in passato, ma in zona diciamo neutrale (come il Paris Air
Show, a Parigi, fra il 1967 ed il 1969, testimonianza resa da David
Scott, astronauta NASA, nel suo saggio autobiografrico scritto a due
mani con Alexei Leonov).
Soltanto a metà giugno 1972
una delegazione americana - guidata da David Scott -
visitò l'Unione Sovietica per definire la configurazione ed i
dettagli della missione Apollo - Soyuz. Dunque solo 2 anni dopo la
visita di Armstrong a Mosca.
Ma quanto durò la visita di Armstrong a Mosca? Ho
scoperto che egli fu presente in Unione Sovietica dal maggio al
giugno 1970: ufficialmente si recò a Mosca - passando dalla Polonia
- per partecipare alla 13.ma Conferenza Annuale del Comitato
Internazionale sulla RIcerca nello Spazio. Armstrong visitò il
centro d'addestramento dei cosmonauti, ed incontrò anche il premier
sovietico Alexei N. Kossighin. Sicuramente, oltre a visitare
l'Ambasciata americana e vedere le meraviglie aeronautiche
sovietiche, nulla vieta che vi siano stati colloqui riservati ad
alti livelli. Che cosa lo farebbe pensare?
Sia Armstrong sia Aldrin lasciarono le scene e gli uffici
della NASA nel 1971: il primo per dedicarsi all'insegnamento
all'Università di Cincinnati, ed il secondo per ritornare nella U.S
Air Force, anche se poi dovette combattere contro alcolismo e
depressione. Significativo il fatto che Aldrin, prima di lasciare la
NASA, si dedicò al Programma Space Shuttle (fonte: A
Man on the Moon, di Andrew Chaikin).
Ma gli incarichi di Armstrong nel breve tempo in cui rimase
alla NASA dopo l'allunaggio ufficiale di Apollo 11 (gli anni
1970-1971), furono di altissimo livello ed in connessione con le
ricerche della DARPA in collaborazione con la NASA: leggendo la sua
biografia ufficiale (First
Man: The Life of Neil A. Armstrong, di James R. Hansen,
Simon & Schuster, 2005) - ed anche certe note del Johnson Space
Center, anche se non riprendono la DARPA - si apprende che egli fu Deputy Associate Administrator for
aeronautics for the Office of Advanced Research and Technology[l'acronimo
corretto riportato nella biografia ufficiale è OART,
non DARPA come scritto erroneamente - errata corrige 17 ottobre
2011], ma servì
solo per un anno, rassegnando le dimissioni nel 1971. In
particolare, ho trovato una notizia del 1970 di Flight
International, del
giugno 1970, in cui si dice che Armstrong stava per ricevere il suo
nuovo incarico in qualità di
<<[..] Deputy
Associate Administrator for Aeronautics at the Office of Advanced
Research and Technology at Nasa's Washington headquarters.He will
succeed Mr Charles W. Harper, who is joining Dr Wernher von Braun,
Nasa's Deputy Associate Administrator, in carrying out the
agency's planning for future American space programmes. In his new
position Armstrong will be responsible for the co-ordination and
management of overall Nasa research and technology related to
aeronautics, and co-ordination between Nasa, industry and other
Government agencies on aeronautical matters.>>
fonte: <<ARMSTRONG TO LEAD
NASA AERONAUTICS>> ,
pubblicato in Fligth
International, 25 giugno 1970.
In buona sostanza, gli incarichi di Armstrong alla NASA fra il
1970 ed il 1971 prevedevano coordinazione e gestione di tutta
la ricerca NASA e la tecnologia in relazione all'aeronautica, e la
coordinazione fra la NASA e l'industria e le "altre Agenzie
governative" che si occupagno di questioni aeronautiche. Altre
agenzie? Ma all'epoca, a parte la NASA, i militari erano i
principali attori governativi (del Governo americano) che si
occupavano dello Spazio e delle questioni ad esse legate (come la
sorveglianza satellitare).
Armstrong ed Aldrin - fra l'altro - sono già stati da me
indicati in miei precedenti scritti e nella mia divulgazione come
componenti del nuovo equipaggio di
riserva di Apollo 19 (dopo lo scioglimento del primo
equipaggio primario), il quale all'interno del simulatore di volo
del Kennedy Space Center, nel febbraio 1976, in collegamento con il
Controllo MIssione e con Houston (chiamato in causa per motivi
contigenti, dovuti al suo diretto collegamento con il KSC) avrebbe
lavorato per salvare la vita ai colleghi nello Spazio, subito dopo
l'incidente alla capsula di Apollo 19. E vi riuscirono, come mi ha
confidato il Comandante di Apollo 19, "moonwalker1966delta".
GLI ACCORDI FRA STATI UNITI ED
UNIONE SOVIETICA: J.F. KENNEDY VOLEVA UNA COOPERAZIONE SPAZIALE
CON IL GRANDE NEMICO RUSSO
Recentemente mi sono imbattuto in uno scritto del prof. John
M. Logsdon della Elliott
School of International Affairs della George Washignton
University - il quale in un articolo intitolato <<Once,
we Went to the Moon>> scritto per laThe
Planetary Society(si
veda nella colonna di sinistra la copertina del bimestrale The
Planetary Report, marzo-aprile 2001, nr. 2, Volume XXXI)
ricorda che secondo i suoi ultimi studi, un'importante realtà era
sfuggita agli storici dell'esplorazione spaziale: il Presidente
americano J.F. Kennedy
negli ultimi mesi della sua vita fece ogni sforzo possibile perché
gli USA trovassero un'intesa con l'Unione Sovietica per realizzare
progetti di cooperazione spaziale.
Un'esplorazione spaziale che Kennedy voleva congiunta,
proprio con gli acerrimi nemici dell'America: i Sovietici. Lo fece
pubblicamente di fronte all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite,
nel settembre 1963, in cui diceva che Stati Uniti ed Unione
Sovietica dovevano guidare nell'esplorazione spaziale - come nazioni
leader - rappresentanti di tutti i Paesi del mondo.
Ma la prima offerta che Kennedy fece al suo antagonista Nikita Sergeevic Krushev (o
Chruscev) - politico sovietico e Segretario generale del PCUS dal
1953 al 1964 - fu rigettata da questi: era il giugno 1961. Kennedy
gli aveva proposto un'esplorazione lunare congiunta. Cosa sarebbe
accaduto se Kennedy non fosse stato assassinato a Dallas, si chiede
lo storico John M. Logsdon?
Mi chiedo invece io: possibile che la sua volontà sia morta
con lui, oppure essa è stata ripresa e sviluppata segretamente dalle
Amministrazioni dei suoi successori? Un programma spaziale separato
rispetto a quello della NASA - proprio come indicato da Bob Dean
nelle sue esternazioni pubbliche - potrebbe dunque essere reale, ed
attivo da decenni. Quali traguardi abbia potuto raggiungere, forse è
al di là della nostra immaginazione. Con gli appropriati fondi
(ingenti, naturalmente), con le menti tecniche e scientifiche più
capaci allora a disposizione - e gli astronauti e cosmonauti
miltiari e civili più in gamba, opportunamente selezionati ed
addestrati - sarebbe stato possibile raggiungere Marte con una
spedizione umana, così come sognava W. von Braun già alla fine degli
anni'50 del secolo scorso. Qualunque sia la verità, bisogna
tenere presenti che - qualora siano esistiti ed esistano progetti
spaziali classificati - essi sono organizzati a livelli di
compartimentalizzazione, come i locali di una nave possono essere
completamente separati gli uni dagli altri attraverso paratie. Anche
chi ha un livello di autorizzazione, di nulla osta alla segretezza
molto alto, può ignorare che cosa altri di pari grado al suo fanno
in ambiti analoghi ai suoi, quando i progetti e le attività vengono
volutamente tenuti separati.
Luca Scantamburlo
freelancer socio della Free Lance
International Press (F.L.I.P.)
COMUNICATO-TESTIMONIANZA
A
CURA DI LUCA SCANTAMBURLO
17 Aprile
2011
Presento al pubblico un comunicato-testimonianza a mia firma
scritto per divulgare l'esistenza di un presunto e segretissimo
programma spaziale militare chiamato "Progetto Redsun", iniziato
negli anni'60 e portato a termine negli anni'70. La mia fonte
d'informazione - da me indicata con l'espressione di
"bravoxsierra24" - mi ha contattato epistolarmente. È possible
riprodurre le pagine del comunicato, così come sono in file immagine
(già specificata fonte e firma).
Luca Scantamburlo
freelancer socio della Free Lance
International Press (F.L.I.P.)
17 aprile 2011 - www.angelismarriti.it