APOLLO 20. LA RIVELAZIONE
Recensione a cura di Niccolò Giannotti
Pubblicata dalla Free
Lance International Press - Editoria, Aprile 2011
Il
mistero delle missioni lunari segrete torna prepotentemente alla
ribalta. Per decenni l'opinione pubblica si è interessata a casi
controversi come il presunto UFO crash di Roswell, che ha avuto
luogo nel lontano 1947 nel Nuovo Messico. Gli scettici hanno sempre
portato avanti le loro tesi sulla base della mancanza di prove
incontrovertibili, al di fuori delle testimonianze oculari, spesso
di persone non propriamente "addette ai lavori"; nondimeno, non
poche inchieste condotte su casi controversi presentano un tipico
schema procedurale, fondato sulla messa in luce di elementi non
congruenti alle versioni ufficiali: ciò non è sufficiente a provare
una tesi.
La questione di missioni segrete sulla Luna - tema qui
affrontato nel dettaglio dallo scrittore freelance Luca Scantamburlo
- viene esaminata con un elemento che può essere considerato "sui
generis", e che se vogliamo costituisce una novità pressochè
assoluta nel vasto campo delle inchieste fino ad ora condotte.
L'elemento nuovo di cui l'Autore dispone e su cui fonda il suo
lavoro di indagine è la presenza di due interviste, da lui stesso
rilasciate e realizzate tramite messaggistica privata di YouTube nel
periodo 2007-2008, con due utenti del sito web YouTube dai nicknames
di "retiredafb" e "moonwalker1966delta".
Il primo dichiaratosi pilota collaudatore ed ingaggiato
dall'USAF (United States Air Force) per questa missione; nome:
William Rutledge, attualmente in pensione e residente in Ruanda con
nuova identità. Egli dichiara apertamente di aver fatto parte di
tale presunta missione lunare segreta Apollo 20 e di esserne stato a
capo. Afferma inoltre che - precedente a quest'ultima- ebbe luogo
un'altra missione denominata Apollo 19, conclusasi tragicamente con
la morte dell'intero equipaggio, a causa di una collisione con un
non meglio indentificato oggetto nello Spazio.
Non meno scottante la rivelazione del secondo "insider"- tale
"moonwalker1966delta"- il quale sostiene di essere un ex astronauta
NASA, facente parte della missione Apollo 19 in qualità di
Comandante, ma che smentisce categoricamente la morte
dell'equipaggio, confermando tuttavia la collisione con l'oggetto.
Personaggi quindi di alto rango, ben inquadrati nella realtà
scientifica e militare del proprio paese, e come da essi asserito
impegnati in missioni altamente classificate, le discusse Apollo 19
ed Apollo 20, missioni ufficialmente mai avvenute e che hanno avuto
luogo in un'operazione congiunta Americano-Sovietica datata 1976.
In particolare, il primo di questi due "insiders" mette a
disposizione della Rete video sconcertanti che documenterebbero la
missione Apollo 20: oggetto di essi è l'esplorazione che avrebbe
avuto luogo sul lato lontano del nostro satellite Luna, nell'Agosto
1976; destinazione della missione il cratere Iszak D, a sud-ovest
del cratere Delporte.
Interessante è il contesto storico-politico, peraltro sottolineato
dall'Autore, in cui ciò sarebbe avvenuto: si era in piena Guerra
Fredda, e l'importanza della missione potrebbe aver favorito un
momentaneo disgelo nei rapporti tra i due paesi. Ovviamente questa è
un ipotesi, ma ciò che è presente sull'emblema della missione,
benchè non ufficiale, sembra essere inequivocabile.
William Rutledge - il divulgatore dei filmati - non sembra
essere persona avara di rivelazioni, precisando e descrivendo le
modalità in cui questa missione segreta si sarebbe svolta. Non solo
i canonici compiti scientifici di rilevazione di dati, ma questa
missione fu organizzata al fine di trovare, studiare e archiviare
prove tangibili di vita intelligente, passata o presente che sia,
sul nostro satellite naturale. Da quanto è stato possibile
apprendere dalla fonte originale, vengono anche riportate
informazioni sull'intero equipaggio partecipante alla missione,
composto oltre che dal già citato Rutledge, da Alexei Leonov,
cosmonauta sovietico ben noto al pubblico come operativo del
programma Americano-Sovietico "Apollo-Soyuz" del 1975, e da Leona
Snyder, sulla cui effettiva esistenza si dibatte tuttora.
Nei video proposti da Rutledge, l'attenzione va tutta su due
elementi:
1) una struttura tipicamente urbana, meglio chiamata la "Città"
2) l'oggetto dalla singolare struttura sigariforme (peraltro
distinguibile anche in fotografie ufficiali NASA) meglio definita
come l"astronave madre".
Le fasi di sorvolo e successivo ingresso in essa hanno
registrato il prelievo di oggetti tecnici, equipaggiamento e varie
apparecchiature, nonché un corpo alieno. Su quest'ultimo dato,in
particolare, viene ampiamente dibattutto nell'intervista condotta
con William Rutledge: tale entità, denominata EBE, sarebbe stata
rinvenuta,pressochè intatta, in un'altra astronave di forma
triangolare, più piccola, e distante alcuni chilometri
dall'astronave madre, e anch'essa visitata dai due uomini del LM
Fenice di Apollo 20.
Degno di nota il fatto poi che un altro veicolo triangolare,
delle stesse dimensioni, giacerebbe più lontano. E' stata stimata
l'età dell'astronave: 1.5 miliardi di anni, calcolata sulla
constatazione che l'astronave e la città fossero stati sottoposti a
bombardamento meteoritico, dato rilevato tramite analisi della
polvere depositata: l'Autore non esclude che essa possa essere una
cifra volutamente esagerata, per non meglio chiariti motivi
strategici, ma è solo un'ipotesi. A tale proposito, stupefacente è
anche la testimonianza, inserita in Rete come testo nel 2008 da un
utente anonimo del sito web AboveTopSecret (ATS): nel libro viene
riportato il contributo di tale "Anonymous ATS", il quale si
dichiara come figlio di un uomo (un presunto impiegato della NRO -
National Reconnaissance Office), che in punto di morte avrebbe
rivelato di aver preso parte come staff tecnico a terra, ad una
missione altamente classificata per un'esplorazione di una
intrigante anomalia lunare, rivelatasi poi il relito di un'antica
astronave;l'Autore indica come in questa testimonianza vi siano
elementi che dimostrino coerenza nelle informazioni fornite da
Rutledge e "moonwalker1966delta" : per esempio l'anno della
missione, il 1976, la durata dell'addestramento (4 anni) ed alcune
caratteristiche tecniche del mezzo di lancio.La testimonianza di
"Anonymous ATS" apre ad ulteriori scenari: anch'egli parla dell'età
dell'astronave (questa volta la cifra riportata è di 1.5 milioni di
anni), sottolineando come nella missione fossero coinvolti almeno
altri due Paesi, e come fosse stato riportato sulla Terra del
materiale (circa 300 Kg) rinvenuto all'interno
dell'astronave.
Tornando all'elemento nuovo che contraddistingue questo lavoro di
inchiesta - la doppia intervista a "retiredafb" e
"moonwalker1966delta" - essa lascia in mano al lettore una lunga
serie di elementi con i quali sarà in grado di raggiungere una
personale conclusione, per nulla condizionata dall'Autore, il quale
non esita comunque a porre l'attenzione su anomalie e contraddizioni
nelle rivelazioni dei due insiders.
Sia che ciò sia una fuga d'informazioni confusa, con menzogne
miste a verità, oppure sia semplice disinformazione finalizzata a
spostare l'attenzione dell'opinione pubblica su ben altre cose
(debunking), è indubbio che emergono dei fatti certi:
1) il caso controverso esiste
2) è presente un elemento singolare di matrice incerta sulla
superficie lunare
3) vi sono testimoni, in questo caso diretti, le cui conoscenze
tecniche e di storia spaziale molto difficilmente sarebbero
prerogative di persone non addette ai lavori.
Non meno importanti risultano i contributi fotografici
presenti, tratti da fermo-immagini dei discussi video che - essendo
riprodotti nel testo del libro in bianco e nero - non rendono
però appieno giustizia alla documentazione filmica, ma danno
comunque un'idea; va inoltre ricordato che la maggior parte dei
filmati è stata rimossa da Internet dallo stesso testimone diretto
di Apollo 20 (il Comandante William Rutledge, alias "retiredafb").
Il libro è poi completato da una serie di disegni a mano, esaurienti
e ben fatti, che schematizzano la geografia delle aree lunari
oggetto di indagine; il tutto a cura dell'Autore, responsabile anche
dell'impaginazione del volume. Sono presenti alcuni refusi nel
testo, dovuti principalmente al fatto che l'Autore non si è avvalso
della collaborazione di terzi per la revisione delle bozze.
Un lavoro condotto curando i minimi dettagli, a partire
dall'analisi delle interviste in cui l'Autore conduce anche un
ritratto psicologico degli intervistati; qualche spunto di
riflessione è offerto dall'Autore del libro in merito al linguaggio
usato dai due insider.
L'approccio giornalistico e di divulgazione scientifica è
tentato ed abbastanza riuscito, ed è questa la chiave di lettura
dell'intero caso Apollo 20 offerta dall'Autore.
Un caso avvolto nel mistero ma che qui ci invita anche a
guardare dentro la Storia e riproporre di nuovo quelle che sono le
domande che ci poniamo da millenni: chi siamo? da dove veniamo? dove
stiamo andando?
La bontà di questo libro non sta solo nell'approccio
adottato, oggettivo quanto ad analisi dei fatti. Non viene esclusa
nessuna pista, non viene espressa una verità definitiva. Vengono
trovate alcune posizioni convincenti per i tasselli di un grande
mosaico.
Convincente è il termine giusto.
Autore e Fonte originale: Niccolò
Giannotti in Editoria,
Free Lance
International Press (F.L.I.P.), aprile 2011
http://www.flipnews.org/flipnews/index.php?option=com_k2&view=item&id=4599:apollo-20-la-rivelazione-di-luca-scantamburlo
Apollo 20. La rivelazione
Autore: Luca Scantamburlo
ISBN: 978-1-4467-0427-1
Editore: Lulu.com, Lulu Press, Inc., USA
pagine: 256
Prima edizione, dicembre 2010, Seconda ristampa, gennaio
2011 - Traduzione aggiornata dal volume
Apollo 20. The Disclosure,
di L. Scantamburlo, genn.-febbr. 2010, Lulu.com
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the statement
© L. Scantamburlo - www.angelismarriti.it
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