ASTRONOMIA, VATICANO E VITA EXTRATERRESTRE
di Luca Scantamburlo
Forse non tutti sanno che la spettroscopia stellare nacque grazie
agli studi ed al lavoro di padre Angelo Secchi (1818-1878), un
gesuita. E forse non tutti sanno che vicino a Roma sorge la Specola
Vaticana, un osservatorio del cielo voluto nel 1891 da papa Leone
XIII. I tentativi di riconciliazione con Galileo, dunque, partono da
lontano, ben prima delle scuse ufficiali di Giovanni Paolo II.
Negli ultimi anni, inoltre, alcuni esponenti del Vaticano
(soprattutto gesuiti impegnati nella ricerca astronomica), si sono
pronunciati sulla ricerca esobiologica, affermando che se da qualche
parte nel cosmo esistono esseri senzienti, essi sono nostri
fratelli, e la loro esistenza non contraddice l'onnipotenza del
Signore e non mette in discussione la centralità del messaggio
evangelico di Cristo. In Italia monsignor Corrado
Balducci (teologo e demonologo) è più volte salito alla
ribalta per i suoi interventi ad incontri culturali e salotti
televisivi, ove si è detto convinto della esistenza della vita
extraterrestre intelligente, palesata più volte all'umanità
attraverso il controverso fenomeno ufologico. Ma proprio in questi
giorni un altro eminente teologo si è espresso in proposito.
Il numero 449 di gennaio 2006 della edizione italiana di Scientific
American (Le scienze)
ha pubblicato un intervista ad un uomo di scienza sui generis. Forse
il migliore esempio vivente capace di coniugare senza problemi fede
e sapere scientifico: padre George
V. Coyne (Baltimora, 1933), gesuita e direttore della
Specola Vaticana. Dal 1978 egli dirige l'osservatorio
astronomico del Vaticano. Oltre alla storica struttura di Castel
Gandolfo (Roma), egli si occupa dell'équipe che gestisce il VATT
(Vatican
Advanced Technology Telescope), un sofisticato strumento da
alcuni milioni di dollari ubicato sul Monte Graham, in Arizona. Tale
gruppo di lavoro è conosciuto con l'acronimo di VORG
(Vatican Observatory Research Group), ed è ospitato presso
l'Università dell'Arizona, a Tucson.
Nell'intervista concessa al mensile italiano diretto dal prof.
Enrico Bellone (docente di storia della scienza all'Università degli
Studi di Padova) non si parla di questo strumento per l'osservazione
astronomica. Il tema del colloquio è il rapporto fra fede
cristiana e scienza, e di come in passato questo rapporto sia stato
problematico e sofferto. Tuttavia oggi ci sono i segni di una nuova
recrudescenza.
Padre Coyne, matematico, filosofo, teologo ed astronomo
(dottorato alla Georgetown University, nel 1962), racconta come è
nato il fondamentalismo cristiano negli Stati Unitii. Si
riferisce soprattutto ai gruppi battisti ed evangelici,
profondamente avversi all'evoluzionismo darwiniano e dai quali Coyne
prende le distanze, soprattutto perché "nemmeno io sono ascoltato
quando parlo con loro".
Alla fine dell'intervista egli sostiene come la scienza opera in un
certo modo, utilizzando alcune metodologie d'indagine ed un certo
linguaggio. Sull'universo, dal punto di vista religioso, le
conclusioni "vanno al di là dei risultati scientifici." Sono cioè
trascendentali. "Questo per me ovviamente." L'onestà intellettuale
di padre Coyne è evidente. Egli sa, e lo afferma pubblicamente, che
il suo credo religioso è una doxa (opinione). Anche l'epistemologia
contemporanea (con Kark R. Popper), è arrivata alla medesima
conclusione. L'apertura di padre Coyne sulla tematica extraterrestre
si ha invece sulle pagine di un noto periodico free-press (Leggo),
distribuito gratuitamente in Italia alle stazioni ferroviarie. In
prima pagina, nel numero odierno (27 gennaio 2006) la
giornalista Stefania Cigarini riporta alcune affermazioni di Padre
Coyne, in cui si dice che una vita extraterrestre autocosciente non
metterebbe in discussione il messaggio di Gesù. L'extraterrestre
sarebbe "nostro fratello".
È davvero strano come negli ultimi dieci anni ex (padre Malachi
Martin è uno di questi) o attuali esponenti di spicco del Vaticano
stiano aprendosi così liberamente su temi intriganti ma
potenzialmente al centro delle prossime questioni geopolitiche.
Sembra quasi che si stia preparando il terreno a delle rivoluzioni
copernicane che, se non debitamente previste, potrebbero non essere
comprese e addirittura rifiutate. E forse c'è anche l'esigenza da
parte del Vaticano, agendo tramite vie ufficiose, di non farsi
trovare impreparato ma in prima linea, accanto a tutte le più alte
istituzioni, qualora accada qualcosa di imprevedibile.
Solo il tempo, che è galantuomo, potrà darci delle
risposte.
© L. Scantamburlo
27 gennaio 2006

AGGIORNAMENTO (maggio 2007)
Il prof. Enrico Bellone (Tortona, 1938) citato nell'articolo,
è attualmente professore ordinario di Storia della scienza e delle
Tecniche presso la Facoltà di Scienze dell'Università degli Studi di
Milano.
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