UN'ENCICLOPEDIA ITALIANA PER
RAGAZZI ACCENNA A NIBIRU ED AGLI ANUNNAKI
CORAGGIOSA SCELTA EDITORIALE DELL'ISTITUTO GEOGRAFICO
DE AGOSTINI
di Luca Scantamburlo
Il 25 settembre scorso il prestigioso giornale milanese
Corriere della Sera distribuiva in edicola, a 12,90 Euro più il
prezzo del quotidiano, il volume enciclopedico della Rizzoli Junior
intitolato Il
Cielo, realizzato dall'Istituto Geografico De Agostini ma
in parte tratto dall'opera Enciclopedia
of
Discovery, della Weldon Owen Inc.
Il volume della Rizzoli Junior, cartonato e composto da 317
pagine a colori, si presenta ben rilegato ed è suddiviso in
sette sezioni che sono: il "Grande dizionario del Cielo e
dell'Universo", "Conoscere il Cielo", "Il volo", "Stelle e pianeti,
"Date e dati", "Percorsi fotografici" e "Da leggere e vedere". Il
linguaggio chiaro e semplice, visto il target adolescenziale, non
rinuncia tuttavia al rigore terminologico e concettuale. Pertanto ne
consiglio vivamente l'acquisto non solo alle ragazze ed ai ragazzi
ma anche al pubblico adulto che ama la divulgazione astronomica.
La cosa degna di rilievo, e che giustifica il mio articolo, è
il paragrafo presente a pagina 233 ed intitolato "Il decimo pianeta
non è una novità". Inoltre nella stessa pagina campeggia
l'illustrazione di una ziqqurat (si può scrivere anche ziggurat),
antica piramide mesopotamica a terrazze di dimensioni decrescenti
verso la cima. Nel trattare la conoscenza antica del Sistema Solare
gli autori del testo si riferiscono alla cosmogonia sumera ed
arrivano a scrivere: <<[...]
il
sistema solare contava tutti i pianeti a noi noti oltre a Tiamat e
Nibiru. Quest'ultimo sarebbe il pianeta più lontano del Sistema
[...]>>.
Sorprendentemente si parla anche dei presunti abitanti di
tale lontano mondo (gli Anunnaki), spiegandone l'etimologia del
termine e definendoli "una stirpe di giganti semidivini".
Il paragrafo si conclude spiegando l'origine del sistema
Terra-Luna e della cintura di asteroidi secondo i miti sumeri: la
cintura dei pianetini sarebbe il risultato dello scontro di Nibiru
con l'originario pianeta presente fra Marte e Giove (Tiamat), andato
distrutto a seguito della collisione. Peccato che in realtà secondo
i Sumeri ed i Babilonesi non fu Nibiru ma furono uno o più dei suoi
satelliti a cozzare contro Tiamat.
Gli autori (certamente italiani perché è a partire dal pag.
234 fino a pag. 253 che i testi sono tradotti dall'opera straniera
sopra menzionata) omettono la principale fonte del racconto
cosmogonico: l'Enuma Elish, l'Epica della Creazione (discussa da Zecharia Sitchin, storico
orientalista residente a New York) ed è forse anche a causa di
questo che essi commettono l'errore da me segnalato, che potrebbe
anche essere interpretato come una voluta semplificazione. Per chi
volesse approfondire rimando direttamente al celebre primo testo di
Sitchin uscito negli Stati Uniti nel 1976: <<[...]
furono
i satelliti di Marduk a colpire Tiamat, non Marduk stesso>>
(Il pianeta degli dei, di Z. Sitchin, Ed. Piemme, 1998, pag.217).
Ricordo inoltre che Marduk è il nome dato dai Babilonesi al
dio-pianeta Nibiru degli antichi Sumeri.
Va comunque dato il merito ai redattori italiani della
Rizzoli di aver rotto gli indugi: finalmente si ha l'audacia di
osare con il grande pubblico, ed in particolare con le nuove
generazioni. E l'accenno a Nibiru ed ai suoi abitanti (gli
Anunnaki), nonostante sia costruito sul modo verbale condizionale, è
un segnale forte e che fa ben sperare per il futuro. Se esso sia una
coraggiosa iniziativa individuale o di pochi intellettuali, oppure
il frutto di una qualche indicazione venuta da ambienti
istituzionali, beh, questo proprio non lo so dire, ma quello che
conta è l'onestà intellettuale; in questo caso discretamente onorata
seppur con una comprensibile prudenza.
© L. Scantamburlo
18 Ottobre, 2006
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