diffuso da "moonwalker1966delta"
su YouTube,
il giorno dell'Indipendenza Americana (4 luglio 2009).
Qui di seguito un altro frotogramma che mostra il naso di uno
degli astronauti:
è forse quello di William Rutledge, Comandante dell'Apollo 20?
Frame di trasmissioni tv?
Apollo 20 EVA2, agosto 1976
.
Photo Credit: NASA
Il lancio dello
Space Shuttle Columbia:
anno 2003, missione STS-107.
Sarà l'ultima missione per il Columbia:
la navetta si disintegrerà al rientro nell'atmosfera a causa di un
incidente.
Nel gennaio 2008 William Rutledge (a.k.a. come "retiredafb) ha
diffuso su YouTube un paio di video che sarebbero
filmati inediti della NASA relativi alla missione STS-107 di
cui sopra, drammaticamente terminata con la morte degli
astronauti.
Immagini - quelle rese pubbliche da Rutledge - di vita quotidiana
in orbita, ma eloquenti nel loro realismo e nella loro semplicità.
I video
- credo indubbiamente autentici e diffusi come un tributo
all'equipaggio - sono stati rimossi dallo stesso Rutledge in un
secondo momento.
In questa foto scattata durante la missione Apollo 17 (anno
1972)
è visibile sulla destra,
vicino alla roccia lunare,
un astronauta.
Di chi si tratta,
si chiede Paolo Rosati nel suo testo?
Si tratta forse di un componente femminile di un equipaggio
segreto, magari dell'USAF, aggiungo io?
Photo: Courtesy NASA
AS17-137-20900
Apollo 17 Image Library
NON
COPIARE QUESTO ARTICOLO SENZA RICEVERE PERMESSO SCRITTO
DALL'AUTORE
di Paolo Rosati
20 luglio 2009
Sono passati quarant?anni da quella magica notte di luglio del 1969,
quando, bambino di 9 anni, osservavo la Luna dal lungomare di Marina
di Massa, ove trascorrevo le vacanze estive, e pensavo a quegli
uomini che stavano arrivando lassù, con una piccola capsula spaziale
a forma di ragno, e quel pensiero mi appassionava a tal punto da non
riuscire a dormire per tutta la notte, e seguire insieme a mio padre
quelle immagini sfuocate ma incredibilmente belle che un vecchio
televisore in bianco e nero trasmetteva in diretta. Quel 20 luglio
del 1969 dormimmo in pochi sul pianeta Terra, affascinati e rapiti
da ciò che stava accadendo nello spazio, dove tre uomini stavano
realizzando il sogno di generazioni di poeti e scrittori, e ci
regalavano l?illusione di un progresso che pareva essere senza
limiti.
La conquista della Luna fu il risultato di uno sforzo
economico e tecnologico enorme, di una programmazione che seppe
superare difficoltà inusitate e che continuò malgrado le tragedie
che ne segnarono il passo. Se Apollo 11 arrivava trionfalmente sulla
Luna, Apollo 1 aveva visto la tragica fine di un intero equipaggio
di astronauti divorati dalle fiamme appena due anni prima. Ma tutto
questo non fermò questa incredibile corsa alla Luna, motivata dalla
sfida che il Presidente J.F. Kennedy aveva lanciato all?inizio del
decennio, e corroborata dallo spirito di competizione con la
superpotenza sovietica, che aveva battuto gli Stati Uniti già in tre
occasioni, con il lancio dello Sputnik, con il primo uomo in orbita
nello spazio (Gagarin) e con la prima passeggiata nello spazio di un
essere umano compiuta dal cosmonauta Alexei Leonov.
Oggi, a 40 anni di distanza, le condizioni politiche sul
nostro pianeta sono cambiate radicalmente.
L?Unione Sovietica si è dissolta. Gli U.S.A. sono tuttora
una superpotenza economica, tecnologica e militare, ma la nuova
amministrazione americana ha intuito che l?America non può risolvere
né tanto meno imporre le proprie soluzioni al resto del pianeta
Terra. La globalizzazione economica e l?avvento del web hanno di
fatto dissolto i confini fra le nazioni, creando comunità ?virtuali?
di individui che quotidianamente si scambiano informazioni. Oggi
stiamo arrivando a comprendere che, prima di essere italiani,
britannici, americani o cinesi, siamo prima di tutto abitanti di un
stesso pianeta, e di essere una specie che vive sul terzo
pianeta di un sistema solare che orbita in un braccio periferico di
una galassia che abbiamo chiamato Via Lattea.
Le opinioni che abbiamo di noi stessi sono state soggette a
parecchie ?revisioni? durante gli ultimi duecento anni. La pluralità
delle culture che la razza umana ha generato nel corso della sua
lunga e tribolatissima storia è alle nostre spalle, con tutto il suo
carico di verità e menzogne, speranza e disperazione, intelligenza e
follia. La percezione dell?universo che ci circonda, del pianeta in
cui abitiamo e della natura in cui siamo immersi, hanno perso
ogni connotazione mitica per assumere il volto razionale di sistemi
che interagiscono fra loro, e dal cui equilibrio dipendiamo per la
nostra stessa esistenza. Siamo di fronte ad un passaggio epocale che
non ha confronti col passato. Inizia prepotentemente a farsi strada
la consapevolezza di come la nostra esistenza -come specie e come
individui- non possa essere più separata dalla constatazione di come
il benessere di un popolo sia oramai connesso al benessere di tutti
i popoli della Terra. Le barriere ideologiche, razziali, culturali e
religiose sono confini labili ed evanescenti. A Washington,
alla Casa Bianca, si è insediato da un anno il primo Presidente
afro-americano della Storia degli Stati Uniti d?America. Il sogno di
Martin Luther King si è incarnato in Barack Obama.
Quarant?anni dopo si ritorna a parlare della Luna.
Se ci avviciniamo alle edicole troviamo periodici
specializzati che ripropongono in copertina l?immagine di Edwin
Aldrin sulla Luna, immortalato da Neil Armstrong. Se riviste come
Focus Storia celebrano l?evento di 40 anni fa rivivendone i momenti
cruciali, Le Scienze si spinge oltre, preconizzando un futuro
all?insegna del ritorno dell?uomo sulla superficie selenita come
prima tappa obbligata verso la conquista di Marte. Una rivista
specializzata di astronomia come il mensile Coelum ha addirittura
allegato una riproduzione metallica della targa che Neil Armstrong e
ed Edwin Aldrin lasciarono sulla Luna. Giovanni Anselmi, direttore
della rivista, ha inteso inserirla, allegata alla rivista, come una
sorta di ?memorabilia?, ricordando, non senza commozione,
un?analoga riproduzione in cartoncino dell?epoca, inserita nel
numero della rivista settimanale Epoca in edicola tre giorni dopo
l?allunaggio di Apollo 11.
Non solo.
Periodici prestigiosi come L?Europeo hanno dedicato un
intero numero monografico alla conquista della Luna, ristampando gli
splendidi reportage da Houston di una giovane Oriana Fallaci, allora
affascinata dall?epopea spaziale, che avrebbe narrato in maniera
formidabile nel suo libro Se il Sole muore.
Sì, la Luna ritorna a farci sognare. E ad incuriosirci.
Oggi il mondo non è più diviso in due blocchi contrapposti. Oggi
certe ?coperture?, inevitabili e dettate dal segreto militare,
tipiche della ?guerra fredda?, iniziano a venire meno, e notizie,
rivelazioni, anche clamorose, si fanno largo nel web.
Esistono episodi che iniziano a venire raccontati, in maniera sempre
meno clandestina, che narrano vicende e fatti che la storia
ufficiale degli anni Sessanta e Settanta non registrò. Episodi e
fatti che tuttavia appartengono anch?essi all?epopea delle conquiste
spaziali, e della Luna in particolare. Episodi che i giornali
dell?epoca relegavano in piccoli occhielli nelle pagine interne.
Vedi il caso di strani fenomeni luminosi registrati durante lo
sbarco di Apollo 11, e riportati a pagina 2 del Corriere della Sera
di lunedì 21 luglio 1969, che ne parla in questi termini:
?CONFERMATA LA LUCE NEL CRATERE
ARISTARCO? ?Bochum 20 luglio notte.
L?osservatorio di Bochum annuncia che una certa attività alla
superficie della Luna è stata osservata sabato per cinque secondi
nel cratere Aristarco. Questa attività ha determinato una
luminosità particolarmente intensa. L?Osservatorio ha
immediatamente avvertito la NASA, che ha risposto oggi che il
fenomeno era stato osservato anche dai cosmonauti. E? la prima
volta che l?osservazione di un fenomeno lunare avviene
contemporaneamente ad opera di un Osservatorio terrestre e
dell?equipaggio di un ordigno spaziale. (ANSA-AFP)?
Per chi vuole leggere la notizia, la ritroverà in un
trafiletto a centro pagina, accanto alla fotografia di Andrew
Aldrin, figlio di 10 anni dell?astronauta di Apollo 11, che
posa accanto una riproduzione dell?Apollo 11 durante una visita al
centro spaziale di Houston.
Le luci nello spazio, per la verità, erano state segnalate in
precedenza in parecchie missioni spaziali attorno alla Terra, sia da
parte americana che sovietica. Ma durante la missione Apollo 11 si
verificarono altri episodi ?anomali?, uno dei quali raccontato da
Edwin Aldrin, e riportato in Italia dall?autorevole quotidiano La
Stampa di Torino, il 26 luglio del 2006, da Vittorio Sabadin.
??Due frasi, scambiate il 19 luglio, poco prima dello sbarco, erano
sembrate a tutti i tecnici che seguivano la missione una normale
richiesta di informazioni, ma nascondevano un segreto che Aldrin ha
rivelato solo adesso: l?Apollo 11 non era solo nello spazio.
L?equipaggio chiese alla base dove si trovasse rispetto a loro
l?S-IVB, il terzo modulo del razzo che li aveva spinti verso la
Luna. Dopo qualche minuto, Houston rispose che si trovava a 6000
miglia nautiche, circa 11.000 chilometri. ?Non poteva dunque
essere quello ? ha rivelato Aldrin ? il grande oggetto che vedevamo
dall?oblò ad una certa distanza da noi. Era a forma di anello e si
muoveva ad ellissi. Collins decise di guardarlo meglio con il
cannocchiale, non era sicuramente il nostro razzo??.?
Queste dichiarazioni furono oggetto di una trasmissione
dell?emittente britannica ?Channel Five?, il documentario ?Apollo
11: The Untold Story?, trasmesso la sera del 24 luglio 2006.
Forse stupito dall?ampio eco che le sue affermazioni avevano avuto,
pochi giorni dopo, il 31 luglio, nel corso del programma radiofonico
?Coast To Coast? condotto da Gerge Noory, Aldrin smentì di avere
avvistato UFO nel corso della missione Apollo 11, affermando di
avere visto lampi luminosi notturni. Tali lampi vennero identificati
come particelle Z ad alta velocità durante missioni successive.
(cfr: Oltrepensiero-Argomento: ufologia. ?Avvistamenti di
astronauti USA e cosmonauti russi!? di Alessandro Sacripanti.
http:// www.oltrepensiero.com/modules.php?name=News&file=print)
Per la verità sull?episodio esiste anche un?altra versione,
assai più drammatica.
Si tratterebbe addirittura di uno spezzone di trasmissione radio fra
l?Apollo 11 ed il centro di controllo di Houston. Che si tratti
dello stesso episodio non è possibile essere certi. Sicuramente il
dialogo che avviene e che riporto testualmente lascia intendere un
momento assai drammatico della missione spaziale.
Astronaut 1: Ah, what is
it?
Astronaut 2: We have [...]
explanation for that?
Mission Control: We have
not, don?t worry, continue your program!
Astronaut 1: Oh boy it?s
a? it?s? it? it is really something [...] fantastic [...], you,
you could never imagine this!
Mission Control: Roger. We
know about that. Could you go the other way? Go back the other
way!
Astronaut 1: Well it?s
kind of [...] pretty spectacular... My God ? what is that
there?
Astronaut 1: It?s [...],
what the hell is that?
Mission Control : Go
Tango! Tango!
Astronaut 1: There?s kind
of light there now...
Mission Control: Roger, we
got it. We [...] Lose comunication, Bravo-Tango, Bravo-Tango.
Select Jezebel, Jezebel!
Astronaut 1: Yah...eh, but
this is unbelievable!
Mission Control: We call
you up. Bravo Tango. Bravo Tango!
Di questo breve ma significativo colloquio esiste l?audio,
che sarebbe stato raccolto e registrato all?epoca da radioamatori
russi che seguivano in diretta dalla Terra le trasmissioni radio fra
gli astronauti ed il centro controllo di Houston. Esso è stato anche
recentemente mandato in onda durante un servizio in una puntata
della trasmissione ?Top Secret? condotta da Claudio Brachino, dal
titolo ?Gli alieni esistono??, a cui ha partecipato l?astronauta
italiano Umberto Guidoni, lo scrittore ufologo Roberto Pinotti del
Centro Ufologico Nazionale ed il giornalista Luigi Bignami. Tale
colloquio non è ovviamente stato registrato nei verbali ufficiali
della NASA, ma circola in rete da diverso tempo. Il fatto stesso che
sia stato oggetto di una trasmissione televisiva così seguita depone
a favore di una certa veridicità, benché sia impossibile verificarla
compiutamente. Sicuramente i toni delle voci che si sentono lasciano
intuire tutta la tensione del momento.
Non soltanto durante la missione Apollo 11 si verificarono
episodi poco chiari.
Stavolta a suscitare delle legittime curiosità è una fotografia
ufficiale scattata dalla missione spaziale Apollo 17. Parlo della
fotografia catalogata come ?AS17-137-20900?
Essa mostra l?immagine di un astronauta che si scorge sulla
destra, dietro un masso lunare davanti al quale è stata posizionata
una apparecchiatura dall?equipaggio della missione. Ciò che colpisce
di questo astronauta è l?equipaggiamento. Il casco è completamente
differente da quelli indossati da Cernan e Schmitt durante la
missione. Esso pare addirittura sormontato da una strumentazione
assai particolare, non in uso dagli astronauti americani dell?epoca.
Inoltre dietro le spalle dell?astronauta non si nota il back pack
comprensivo del contenitore per l?ossigeno, che invece appare in
tutte le fotografie dietro gli astronauti di tutte le missioni
Apollo.
Chi è questo astronauta? Perché appare in una
fotografia?
Ma il mistero circa presenze aliene sulla superficie
selenita si arricchisce di un?altra importante ed autorevole pagina,
attraverso le dichiarazione di Paul Hellyer, ex vice Premier ed ex
Ministro della Difesa canadese, riportate dal quotidiano La Stampa
dal corrispondente da New York Maurizio Molinari, pubblicate il 26
novembre 2005. Secondo Hellyer gli Ufo volano da oltre mezzo secolo
in totale libertà nei cieli del nostro pianeta, ragione per cui il
governo degli U.S.A. starebbe sviluppando armi segrete per
fronteggiare possibili attacchi provenienti dal cosmo. Il vero
motivo per cui sarebbe stato ordinato alla NASA di realizzare una
base lunare entro il 2020 consisterebbe nella ferma decisione della
Casa Bianca di monitorare più da vicino gli oggetti volanti non
identificati di origine extraterrestre che transiterebbero tuttora
indisturbati verso il nostro pianeta. Tutto questo non è il
canovaccio di un ipotetico film di fantascienza. Al contrario, le
affermazioni di Hellyer vengono ascoltate da un pubblico di
increduli studenti dell?Università di Toronto, nel corso di un
simposio sulla ?Exopolitics?. Durante gli anni Sessanta, Paul
Hellyer partecipava alle riunioni a porte chiuse della NATO ed era
in particolare informato sui segreti del NORAD, il comando aereo
americano-canadese che vigila incessantemente sui movimenti in atto
nei cieli del nord America.
Paul Hellyer afferma chiaramente che gli UFO sono
reali al pari degli aerei che volano sopra le nostre teste,
ammettendo la propria preoccupazione per le conseguenze di un
possibile scontro con gli esseri che pilotano questi eccezionali
velivoli. L?ex vice Premier canadese cita il caso Roswell,
dichiarandosi certo senza riserve che il veicolo precipitato in
quella zona degli States nel 1947 fosse di origine extraterrestre,
rivelando poi il livello di segretezza eccezionale circa
l?occultamento del veicolo spaziale e dei corpi del suo equipaggio,
tale che la grande maggioranza degli alti funzionari e dei politici
degli Stati Uniti, senza contare i Ministri della Difesa, non
vennero mai informati di nulla. Soltanto i Presidenti degli Stati
Uniti d?America e pochissimi altri sarebbero al corrente dal 1947
della verità circa la provenienza dei resti raccolti a Roswell e
delle successive scoperte fatte nella base del Nevada chiamata ?Area
51?.
Gli USA starebbero preparando da tempo particolari armamenti
che potrebbe venire impiegati contro gli extraterrestri, rischiando
di conseguenza di far precipitare tutta l?umanità in una sorta di
guerra interplanetaria. Il tutto senza avere il minimo sentore di
quanto starebbe per succedere. In questa ottica andrebbe inquadrata
anche la decisione di costruire una base lunare entro il 2020, anche
se ufficialmente la motivazione sarebbe l?uso della stessa come
trampolino di lancio per future esplorazioni umane del sistema
solare. La base lunare sarebbe in realtà una base militare in grado
di osservare i movimenti degli UFO verso e da il nostro pianeta, e,
nel caso si decidesse in merito, anche di intercettarli. Il bilancio
del 2005 avrebbe già stanziato i primi fondi per la costruzione
della nuova generazione di armi spaziali che il Pentagono starebbe
sviluppando. Il tutto finalizzato all?evolversi degli scenari
possibili di un?incredibile guerra interplanetaria. Hellyer termina
la sua relazione invitando ad alzare il velo di segretezza che
circonda l?esistenza degli UFO, al fine di far emergere la verità
affinché le popolazioni dell?intero pianeta possano apprendere uno
dei più grandi problemi che l?intera umanità potrebbe trovarsi ad
affrontare in un futuro sempre più prossimo.
Basi sulla Luna per intercettare alieni.
A chi è stato adolescente negli anni Settanta la memoria
corre subito alla formidabile serie di fantascienza UFO, che teneva
incollati davanti alla tv tutti i ragazzi dell?epoca nei pomeriggi
domenicali. Ma gli UFO sulla Luna non sono solo fantascienza, pare.
Anzi.
Una astronave aliena sarebbe addirittura presente sulla
superficie lunare.
Chi segue questo sito sa già tutto dell?incredibile caso
Apollo 20, e di tutto ciò che è stato fatto per screditarlo e
disinnescare la potentissima ed esplosiva rivelazione di missioni
spaziali segrete compiute in tandem da Stati Uniti d?America ed
Unione Sovietica nel 1976.
Per cui non mi metterò a raccontare ciò che il lettore può trovare
in maniera completa ed esaustiva nei formidabili scritti di Luca
Scantamburlo.
Posso accennare alla mia esperienza personale, da quando ne lessi
l?esistenza per la prima volta su UFO Notiziario n°70 di
agosto/settembre 2007, attraverso gli approfondimenti personali
leggendo servizi usciti su altre riviste, la visione di tutti
i filmati sui siti di YouTube e di Revver, ed alcune
considerazioni che via via ho maturato personalmente, soprattutto
seguendo l?opera di demolizione che si è cercato di fare a questa
vicenda, talvolta in maniera non ortodossa, secondo dubbi criteri
giornalistici di obbiettività e di correttezza.
Da un atteggiamento iniziale possibilista, ma sostanzialmente
scettico, ho maturato una crescente attenzione verso il caso che si
dipanava su internet attraverso i nuovi filmati che ?retiredafb?
inseriva nella sua pagina, e soprattutto con l?ingresso su YouTube
dell?utente ?moonwalker1966delta?.
I filmati che si trovano su questo profilo di YouTube sono
estremamente interessanti e significativi, nella loro apparente
semplicità. Soprattutto quelli relativi a ?Apollo 20 EVA 1? e
?Apollo 20 EVA 2 ON THE WAY TO THE MOTHERSHIP?, ove la superficie
lunare si rivela nella sua inconfondibilità, ed emergono piccoli
particolari che sicuramente Luca Scantamburlo approfondirà con il
suo consueto rigore e la sua grandissima onestà intellettuale. Ma il
filmato più importante mi pare essere ?Apollo 19 incident?, che
mostra nella sua silenziosa drammaticità le immagini dell?interno
del LM dopo l?incidente, riprese da una telecamera che fluttua.
Immagini riprese senza volere, probabilmente da uno dei membri
dell?equipaggio che ha lasciato accesa la telecamera stessa,
dimenticandosi nei momenti drammatici dell?incidente di spegnerla.
Si tratta di un documento fondamentale di tutta la vicenda.
?Moonwalker1966delta? sarebbe il comandante della missione spaziale
fallita Apollo 19. Chiunque conosce la composizione degli equipaggi
delle missioni dei progetti Gemini ed Apollo può risalire con una
approssimazione molto buona alla sua identità, tenendo presenti le
notizie che egli stesso ha dato di se stesso, spiegando il suo
acronimo. Lascio a Luca Scantamburlo il privilegio di rivelarne
l?identità se e quando lo riterrà opportuno?
Ma le rivelazioni non terminano qui. Settimane fa sulla
pagina di ?retiredafb? sul sito ?Revver? sono apparsi i link
relativi a biografie che condurrebbero direttamente alla
persona di William Rutledge, che cesserebbe così di essere un
personaggio fantomatico, assumendo un?identità ed un volto ben
definito.
Come Luca può testimoniare, sono stato io a trovare sul sito
?USSR-Russian Aviation And Space Collectables? la foto della
bandiera composta russo-americana firmata niente meno che da Alexei
Leonov, foto che compare nella prima parte del filmato incriminato
?Apollo 20 Alien Spaceship On The Moon CSM Flyover? . E? stato un
momento fondamentale nella mia ricerca.
Per concludere posso affermare che le tante obiezioni erette
come muri invalicabili attorno a questa vicenda si stanno
sgretolando sotto il peso delle loro contraddizioni.
Soprattutto estremamente opinabile il fatto circa
l'impossibilità di mantenere segreta una partenza di un missile
Saturno dalla base militare di Vandenberg. Proprio per il fatto che
si tratta di una base militare, e per la semplice constatazione che
la missione in questione vedeva coinvolta proprio l'U.R.S.S.,
anch'essa quindi coinvolta in tutta l'operazione, "cover up"
compreso, per giunta sul suolo americano. Un razzo che parte,
sicuramente visibile su tutta la costa occidentale, poteva essere
fatto passare per un qualsiasi lancio di satellite. Per quello che
ne sa la gente comune al riguardo, non vedo proprio il
problema....per quanto concerne poi la preparazione di tutta la
missione, lancio compreso, vale il fatto che sarebbe avvenuto entro
un perimetro militare, con personale militare coinvolto, tenuto
quindi al segreto, per di più con l'avvallo tacito dei sovietici, a
conoscenza dell'intera operazione. Che cosa sappiamo di ciò che
avviene in una base militare? Nulla. Quindi non vedo proprio nulla
di strano. Sarebbe interessante verificare sui quotidiani
statunitensi dell'epoca, se, per caso, si trova qualche notizia di
avvistamenti di missili nel cielo occidentale americano nel periodo
di ferragosto del 1976. E' possibile farlo? Se sì, perché nessuno ci
ha ancora pensato? Solo il futuro ci dirà tutta la verità sulle
missioni spaziali avvenute negli anni Sessanta e Settanta.
Oggi il clima politico-culturale è in costante evoluzione. Se
il segreto militare fu il collante di tutta una serie di operazioni
avvenute in un clima di conflitto latente, di Guerra Fredda, oggi
sembra prevalere, sotto l?influsso della nuova amministrazione
americana, un clima di collaborazione planetaria.
La stessa Chiesa Cattolica ha compiuto passi da gigante verso
la possibilità di ammettere l?esistenza di vita intelligente nel
cosmo. Le parole di Padre Josè Gabriele Funes, Direttore della
Specola Vaticana, sono illuminanti a proposito: ?Come esiste una
molteplicità di creature sulla terra, così potrebbero esserci altri
esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con
la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà
creatrice di Dio. Per dirla con san Francesco, se consideriamo le
creature terrene come "fratello" e "sorella", perché non potremmo
parlare anche di un "fratello extraterrestre"? Farebbe parte
comunque della creazione.? (L?Osservatore
Romano, 14 maggio 2008)
Forse ci stiamo avvicinando ad un nuovo stadio della nostra
evoluzione storica. Forse siamo finalmente pronti ad affrontare la
nuova sfida, che arriva dallo spazio che circonda il pianeta Terra.
Ci stiamo rendendo conto che non siamo così speciali. Altri
potrebbero esistere.
Finalmente saremo pronti ad accettare la Realtà: siamo parte di un
universo che si evolve secondo molteplici trame, dando origine a più
forme di vita.
A più intelligenze. Allora saremo realmente all?apice della nostra
evoluzione. Ringraziamo la Luna: è stata ed è tuttora per noi una
severa e silenziosa maestra.
Diffuso su gentile concessione dell'Autore.
Per chiedere il permesso di riprodurre l'articolo, scrivere a: moonlanded1976@yahoo.it
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