IL CASO ZANFRETTA
UN UOMO CORAGGIOSO TESTIMONE DI
TECNOLOGIE ALIENE E MISERIE UMANE
di Luca Scantamburlo
Cosa sappiamo dell?immensità del cosmo? Siamo soli nell?Universo?
Esistono altre civiltà al di fuori del Sistema Solare? Come
dovrebbero comportarsi i nostri Governi nell?eventuale contatto con
razze aliene? E come discernere le intenzionalità di quest?ultime? E
se qualcuno di noi affermasse di averle incontrate, come capire se
tale contatto è autentico od una mistificazione?
Sono domande e problematiche accattivanti e forse un po?
inquietanti ma siccome non sono i soli bisogni materiali a spingere
l?uomo verso la frontiera ma anche le domande più ardite, porsele in
modo critico e costruttivo potrebbe rivelarsi più utile e
vantaggioso di quanto si possa pensare di primo acchito.
Venerdì 31 marzo 2006, presso l?Auditorium Toscanini di
Parma, si è tenuto l?incontro organizzato dal Centro
Culturale di Ricerche Esobiologiche GALILEO in
collaborazione con il Centro Ufologico Nazionale (sezione di Parma),
aperto alla cittadinanza ed intitolato "IL
CASO Z". Presenti come ospiti e relatori l?ex metronotte Pier Fortunato Zanfretta, la
coordinatrice del CUN Liguria Emilia
Ventura
Balbi ed il dr. Giogio
Pattera, biologo, giornalista pubblicista e responsabile
scientifico del CUN.
Nella prima parte della serata c?è stata la ricostruzione
filmata dei drammatici rapimenti subiti dal Zanfretta (ex guardia
giurata dell'entroterra ligure) dal 1978 al 1981 ad opera di alcune
entità aliene umanoidi, di grande corporatura: degli autentici
giganti dalla statura di circa tre metri e dall?aspetto a noi
mostruoso. La seconda parte ha visto la relazione dell?inchiesta
condotta sul caso dai coniugi Balbi del CUN di Genova (presente la
sola Emilia Balbi in quanto il marito Roberto Balbi è scomparso
alcuni anni fa). Nella terza parte della serata il protagonista è
stato lo stesso Pier Fortunato Zanfretta, il quale è intervenuto con
la sua sconcertante testimonianza suffragata peraltro da diverse
prove oggettive.
Egli, giunto appositamente da Genova su gentile invito del
dr. Giorgio Pattera, ha rievocato (con visibile emozione,
detergendosi spesso con un fazzoletto la fronte sudata) i tratti
salienti dei suoi ripetuti rapimenti alieni, e poi ha risposto
lucidamente a tutte le domande postegli da un pubblico numeroso
(circa un centinaio di persone), attento, disciplinato e molto
rispettoso della intricata vicenda umana esposta. Anche il
sottoscritto ha posto pubblicamente una domanda (?come comunicava
con questi esseri durante il rapimento??) ed ha mosso delle
osservazioni di conforto allo scoramento del Zanfretta, messo a dura
prova in questi anni dal dileggio di alcune persone dalla lingua
maligna e prive di spirito critico.
Ma c?è una cosa che mi ha colpito più delle tracce al suolo
rilevate anche dai Carabinieri in occasione del primo rapimento (6-7
dicembre 1978, secondo la ricostruzione dei coniugi Balbi, incontro
ravvicinato del 3° e 4° tipo caratterizzato anche da "un?impronta a
ferro di cavallo visibile al centro del prato di fianco alla villa.
Lo spessore era di circa 15 cm. E formava un disegno preciso
sull?erba ghiacciata per circa 5 cm. di profondità, quindi qualcosa
si era posato sul prato!"), più delle orme molto grandi rinvenute in
occasione del secondo rapimento dei giorni 27-28 dicembre 1978 (due
grandi orme di piede proprio sul posto dell?incontro misuravano cm.
52 di lunghezza, cm. 20 di larghezza e cm. 5 di profondità, tra
un?impronta e l?altra c?era m.1.80, facendo una comparazione con la
misura dell?uomo che avesse un piede di tale misura, questi avrebbe
dovuto essere alto m.3.50!) e delle testimonianze incrociate di
alcuni colleghi dell?istituto di vigilanza che lo soccorsero subito
dopo, inseguiti mentre erano in macchina lungo la strada da una
strana luce rossa.
Un qualcosa che mi ha colpito ancora di più delle
testimonianze senz'altro degne di nota degli abitanti del luogo, i
quali in occasione di un ennesimo incontro (il quarto, quello del
2-3 dicembre 1979 nei pressi di Fallarosa che dista circa due km da
Marzano) raccontarono di un incredibile gioco di luci fra le nuvole
che li spaventò a morte. In quell'occasione, scattato l'allarme a
causa della perdita del contatto radio con il Zanfretta, ci fu
addirittura chi sparò contro una nuvola all'interno della quale
erano visibili due fari, come se appartenessero ad un aeromobile
sconosciuto. Fu il tenente C. ad esplodere i colpi, svuotando un
intero caricatore.
Ebbene, la cosa che più mi ha colpito è stata la forza
d?animo del Zanfretta. Mi è parso inoltre un uomo equilibrato, sano
di mente, autoironico e profondamente umano. Il coraggio e
l?umiltà con cui quest?uomo ha combattuto battaglie legali e morali
per riconquistare il suo lavoro da guardia giurata ingiustamente
perso e per ripulire il suo buon nome insozzato continuamente da
un?arrogante e becera umanità, hanno in un certo senso riscattato in
parte la nostra razza, che invece di essere solidale e curiosa verso
un vissuto sui generis di un proprio membro, l?ha ghettizzato
e perseguitato nei modi più impensabili.
Come hanno reagito parenti, amici, colleghi di lavoro e
ricercatori scientifici? A parte quei medici, giornalisti, ufologi,
parenti ed amici dei quali Zanfretta si è fidato e che non hanno
tradito la sua fiducia (pochi, forse pochissimi), quanti uomini
senza scrupoli l?hanno trattato come una cavia da laboratorio, come
quel medico che lo prese a tagliuzzare ai polpastrelli delle dita
con un bisturi (rese insensibili da un secchio di ghiaccio) senza
nemmeno chiedergli prima il permesso? Quante persone ne hanno
infangato il nome, screditandolo per partito preso, dandogli del
pazzo visionario, umiliandolo e gettandolo nella più cupa
disperazione? Quanti, allettandolo con ingenti somme di denaro,
hanno tentato di violare la sua intimità pur di intromettersi nel
patto obbligato ma riservato a cui Zanfretta ha dovuto piegarsi con
questi esseri spaziali? Un patto che prevede un periodico
pellegrinaggio del Zanfretta verso un luogo montagnoso isolato ove
egli pone una mano su uno strano scrigno alieno contenente una
misteriosa sfera con all?interno una specie di piramide rotante.

Ebbene, negli anni con grande coraggio il Zanfretta per
dimostrare la sua onestà di uomo si è sottoposto a sedute di ipnosi
regressiva, addirittura all?ipnosi sotto l?azione del pentotal,
potentissimo sedativo usato come siero della verità.
Nonostante la sua verità soggettiva emersa in ipnosi
ricostruisca con dovizia di particolari più rapimenti da lui subiti
ad opera delle medesime creature extraterrestri, nonostante tutti
gli elementi oggettivi a latere del suo resoconto corroborino
gli eventi da lui descritti, ecco che un?umanità famelica ed
fanaticamente scettica, spinta da uno scetticismo ad oltranza che
travolge l?umano e lo reifica in un aggregato di materia organica
(in un ?edificio chimico da restaurare? per citare un celebre
filosofo italiano), non è ancora paga.
Ancora oggi, nonostante le persone siano mediamente più colte
ed aperte di un secolo fa, c?è chi chiede a Zanfretta un?ennesima
prova a sostegno dell?attendibilità del caso. Chiede ch?egli si
sottoponga ad un intervento chirurgico che rimuova il corpo estraneo
contenuto nella sua calotta cranica e rilevato da una radiografia
alla testa. Sarebbe una prova della realtà oggettiva del rapimento,
sostengono taluni. E giustamente lei, signor Zanfretta, respinge
sdegnoso questo invito. Rivendica il diritto sacrosanto alla
salvaguardia della sua salute. Quale potrebbe essere il risultato
dell?operazione? Quali garanzie avrebbe dai medici che la
opererebbero estraendole un corpo estraneo di natura sconosciuta ed
impiantato non chirurgicamente? (incredibilmente non ci sono
cicatrici sul suo cuoio capelluto).
Il gioco vale la candela? Nonostante la sua disponibilità e
la sua semplicità, tutti i suoi sforzi per provare la sua buona fede
sembrano non essere mai sufficienti. Fa bene allora a rifiutare. Fa
bene a pensare alla sua tranquillità. Lei ha già fatto tanto. E
d?altra parte incontrando la gente, come ha fatto a Parma, dimostra
ancora che in lei la necessità di essere ascoltato è grande. Lei
sente l?esigenza di comunicare con i membri della sua specie.
Raccontare, comunicare la propria storia è costitutivo dell?essere
umano, un ente conoscente, ma che per esserlo sente il bisogno di
parlare ai suoi simili.
Ma il suo esempio, Signor Zanfretta, la sua dignità, lasciano
e lasceranno un caro ricordo in coloro che vanno al di là dei
pregiudizi insani. Siamo venuti ad ascoltarla mossi dalla curiosità
e dal desiderio di sapere. Attorno a me, quella sera a Parma, non ho
percepito morbosità né maldicenza. Tanta curiosità e solidarietà sì
però, nei confronti di un nostro compagno di sventure terrestri che
insegna agli esseri umani come conservare la propria dignità di
uomo, solo contro tutti.
E quella sfera con all?interno quella bizzarra piramide di
cui lei parla come il lascito degli extraterrestri Dargos del
pianeta Titania, per me è un meraviglioso tetraedro rotante[1] (lei
forse non conosce il nome di quel solido platonico, e l?ha chiamato
piramide con tre punte per intendere forse, da quello che ho capito,
che è una piramide a base triangolare) che a mio avviso potrebbe
avere la funzione non di radiofaro o di macchina che monitora la sua
salute, ma la funzione di ricordarle che la sua maledetta avventura
con esseri spaziali non è stata soltanto un incubo. Le ricorda forse
che lei non è pazzo come ingiustamente è stato definito. Quel
tetraedro rotante (tetraedro se è corretta la mia interpretazione
del solido di cui lei ha parlato) potrebbe essere un simbolo
tangibile (e non fantastico) di forza universale e di speranza che
unisca le genti non portandole a pensare tutte allo stesso modo, ma
a essere curiosi verso la storia di un uomo che non si è mai perso
d?animo di fronte alle avversità della vita. La storia di un uomo
semplice che indica inconsapevolmente agli altri alcuni principii di
geometria universale (noti in antichità e dimenticati oggi) che
regolano le forze del creato.
Mi auguro anch?io come lei che Loro (questi esseri chiamati
Dargos) vengano presto a riprendersi quella strana scatola di cui
lei è unico custode, ma non credo che avverrà finché noi, i suoi
compagni sulla Terra, non impareremo a guardare al cielo con più
timore reverenziale e stupore di quanto facciamo oggi. Le stelle,
questi globi infuocati che punteggiano la volta celeste, un tempo
erano viste come un consesso di dei preposti alle fucine della vita
umana e naturale in tutte le sue sfumature. Da alcuni decenni la
scienza le pensa soprattutto come le fornaci che fabbricano i
mattoni della vita e danno calore ai pianeti. Abbiamo dimenticato
entrambe le interpretazioni? Stiamo perdendo la memoria del cielo?
Lo ricordano solo gli scienziati che le stelle, alla loro
morte, disseminano i semi della vita? Sabrina Mugnos (geologa,
membra del SETI-Italia e studiosa di esobiologia) proprio dallo
stesso microfono dal quale lei ha parlato a Parma ha ricordato più
di un mese fa ad un auditorium gremito che i nostri corpi sono
proprio fatti di ?polvere di stelle?.
Mi auguro che le sue parole e la sua testimonianza aiutino i
giovani ed i meno giovani a ricordare che l?Universo è così immenso
che potrebbe veramente pullulare di vita autocosciente.
Questo, mi permetta di dirlo, è forse l?unica grande nota
positiva di questa terribile storia della quale lei è stato ed è
protagonista. Ne vada orgoglioso, signor Zanfretta. Lei dice che
molti giovani l?hanno derisa ed offesa sulle pagine ipertestuali
della Rete. Ragazzi che magari, quando lei visse quei drammatici
avvenimenti, dovevano ancora nascere. Ed è anche per questo che lei,
dice, è sempre più riluttante ad incontrare le platee di un grande
pubblico o a stare sotto la luce dei riflettori mediatici.
Interviene solo quando a chiederglielo sono amici o persone fidate.
Come biasimarla dopo quello che ha passato? Non tanto a causa degli
orrendi Dargos ma a causa degli stessi increduli esseri umani, più
pronti a sbeffeggiare che a sforzarsi di capire. Chi sono allora i
veri mostri?

Ma le generazioni cambiano, il tempo sa essere galantuomo,
e tante altre cose succederanno presto. Cose brutte e terribili;
altre belle e mozzafiato. Eventi prevedibili dal buon senso ed altri
certamente al di là della nostra immaginazione. L?11 settembre 2001
dovrebbe aver insegnato a tutti noi quanto è preziosa la vita e
quanta discordia regni ancora fra l?umanità, sonnolenta
nell?esercizio della ragione ma sveglia al richiamo del gossip, dei
reality show e del fanatismo religioso ed ideologico.
Tanto lavoro è stato fatto dai padri delle nostre repubbliche. Il
tenore di vita si è alzato per milioni di persone.
L?alfabetizzazione e le comodità si sono diffuse. Ma il prezzo
pagato sembra essere l?aver dimenticato che cosa ci lega alla terra
ed al cielo di cui siamo figlie e figli.
Emilia Balbi e il dr. Giorgio Pattera sono due esempi di
cittadini rispettosi della Legge ma che rivendicano il diritto alla
conoscenza ed alla divulgazione (la prima come coordinatrice del CUN
di Genova, il secondo come uomo di scienza e giornalista),
rifiutando verità preconfezionate e piene di contraddizioni. Operano
con grande dispendio di energie perché storie come la sua non
restino imbrigliate in un silenzio omertoso e nella stupidità di
persone non desiderose di capire e confrontarsi con i misteri
dell?Universo e della vita.
Sig. Zanfretta, sappia che tanti giovani erano presenti a
Parma al suo incontro e sicuramente serberanno un ricordo
particolare di lei: un uomo semplice ma forte d?animo che ha cercato
e cerca di vivere onestamente, fra tecnologie aliene e miserie
umane.
© Luca Scantamburlo
6 aprile 2006
BIBLIOGRAFIA:
Ufo. Il dizionario enciclopedico,
di Roberto Malini, Demetra, Giunti Editore, 2003
Incontri ravvicinati,
AA.VV.
Atlanti del Sapere.
Giunti, 2002
Ufo Network, rivista
mensile, Anno I, nr. 2, Giugno 1999
L?universo che pensa, di
Sabrina Mugnos, Macro Edizioni, 2005
[1] Il tetraedro è uno dei cinque solidi platonici, poliedri
regolari già noti nell?antichità greca. Platone, nel Timeo
associava il tetraedro all?elemento del fuoco (gli altri solidi
platonici sono il cubo, l?ottaedro, il dodecaedro e l?icosaedro).
Il tetraedro regolare è composto da quattro triangoli equilateri
uguali. Si può anche dire che il tetraedro è una piramide a base
triangolare. All?interno di una sfera si può benissimo inscrivere
un tetraedro regolare, di modo che i suoi quattro vertici la
tocchino. Se uno di essi punta al polo della sfera, i restanti tre
vertici di base toccano la sfera ad un angolo di 19,5
° di distanza dall?equatore. Questo valore di angolo è noto come ?costante tetraedrica?.
In proposito, si veda il servizio intitolato La
fisica iperdimensionale a firma di Adriano
Forgione, e pubblicato sulle pagine della rivista Ufo Network, anno I, nr.2,
Giugno 1999. Sembra inoltre che i corpi planetari del Sistema
Solare mostrino quasi tutti delle sforze sconosciute alle
latitudini di 19,5° nord o sud dall?equatore, come la Grande
Macchia Rossa di Giove o le macchie di Urano e Nettuno. E? stato
il ricercatore statunitense Richard
Hoagland, ex collaboratore della NASA, a notarlo per
primo in tempi moderni.

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